Home Chiesa e Diocesi Mons. Valentino Di Cerbo: “Siete la scintilla delle nostre comunità”

Mons. Valentino Di Cerbo: “Siete la scintilla delle nostre comunità”

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Nel ricordo della martire Santa Cecilia, patrona della musica e del canto, le corali parrocchiali si sono ritrovate – come da tradizione – in Cattedrale

santa cecilia_diocesi2La Redazione – Le corali diocesane si sono ritrovate in Cattedrale ad Alife per l’ormai tradizionale messa in occasione di Santa Cecilia, patrona del canto e della musica: un momento – promosso dall’Ufficio liturgico diocesano – che da alcuni anni fa vivere a chi vi partecipa, la condivisione di un servizio reso nelle rispettive parrocchie grazie al canto che anima le messe. La celebrazione ha anticipato la festa di Cristo Re che la chiesa ricorda solennemente in questa ultima domenica dell’anno liturgico; le letture proclamate e poi meditate dal Vescovo Mons. Valentino Di Cerbo durante l’omelia, rappresentano pertanto la sintesi di un percorso di fede e di spiritualità che per tutto l’anno ha guidato i credenti: la realizzazione del Regno di Dio a chi tocca? E in che modo? Quale volto porta il Regno di Dio? “Gesù Cristo – così Di Cerbo – ne rappresenta la sintesi perfetta; (…) ne è Re, cioè moderatore del modello di mondo nuovo che Dio vuole realizzare con ciascun uomo. Non sono le gesta eroiche che ci permettono di far parte del Regno di Dio, ma come dice il Vangelo di questa festa, sono i gesti di pace, di perdono, di carità, di accoglienza nei confronti dei più deboli e di chi soffre il dolore della fame, di una separazione, di un ingiustizia (…). Una Chiesa incapace di annunciare e vivere questa esperienza, che lascia spegnere la forza della parola di Dio, è una Chiesa vuota; vuota di persone e di senso”.
santa cecilia_diocesiUn esercizio di fede che chiede coraggio, ma soprattutto “pratica”: è la celebrazione dei sacramenti, l’ascolto della Parola, ad allenare il cristiano perché sulle strade del mondo realizzi pienamente questo progetto di Regno. La celebrazione della messa diviene nuovamente il fulcro della vita del credente, la sintesi e la partenza di ogni suo sogno; non si tratta di un rituale ma dell’esperienza concreta di Cristo che si fa pane tra gli uomini e per gli uomini. Si tratta di crederci…oppure no. Nel contesto della celebrazione liturgica trova una sua identità la schola cantorum, chiamata ad accendere la comunità, a trasmettere la gioia della preghiera attraverso il canto: “Il vostro ruolo è importante e fondamentale; avete la responsabilità di trasmettere la gioia di quel mondo nuovo che vuole Dio e pertanto vi è affidato il compito di far vivere l’esperienza di una preghiera più intensa all’assemblea dei fedeli. Siete la scintilla che non deve mancare alla Chiesa, mai”. Nel ricordo di Santa Cecilia, il Vescovo ha chiarito una verità – storica e di fede – che spiega la scelta della Chiesa di volere questa figura come patrona del canto e della musica: “Non che sapesse cantare, Cecilia! La sua vita è stata un canto di gioia e di preghiera perenne a Dio. Così sia anche per la vita di ciascuno…”.
Al termine della celebrazione il grazie del Vescovo ai sacerdoti e alle corali presenti (alla corale Diocesana S. Cecilia che ha sostenuto le altre) per la testimonianza data in occasione di questa serata rispondendo ad un invito e dimostrando di essere parte della grande famiglia diocesana.santa cecilia_diocesi3

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