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Piedimonte Matese. I padri di oggi più teneri, più presenti. Una nuova identità da valutare

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Il convegno organizzato dall’Istituto comprensivo “Giovanni Falcone” di Piedimonte Matese

La Redazione – Chi sono i padri di oggi? La riflessione che si è tenuta presso l’auditorium comunale San Domenico, organizzata dall’Istituto Comprensivo Giovanni Falcone, guidato dal dirigente Giuseppe Castrillo, ha tentato di rispondere a questa domanda, indagando san-domenico_piedimonte_ist-Falcone-(1)il rapporto padre-figlio alla luce degli studi più recenti, della storia, e della teologia. Un’indagine a 360 gradi per dire di questo misterioso e conflittuale rapporto che – come l’intero mondo delle relazioni – risente dei cambiamenti sociali e che inevitabilmente contaminano anche i micro mondi e quindi le piccole società civili come le nostre.
E’ stata l’insegnante Anna Grandetti a curare l’incontro, cui hanno preso parte, da relatori Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo; il prof. Sergio Tanzarella, storico e teologo; Roberto Perrotti, psicologo e scrittore; la moderazione della serata è stata affidata al dott. Davide Cinotti, psicoterapeuta, responsabile del Centro diocesano per la famiglia Mons. Angelo Campagna.
Tutto parte dall’analisi dei dati e quindi dall’indagine di una nuova assenza della figura paterna: quello che un tempo era il padre assente dal punto di vista degli affetti quindi dedito al sostentamento economico della famiglia, oggi è partecipe delle emozioni e relazioni familiari, senza però poter garantire stabilità economica di cui spesso si fanno carico le mogli.San-Domenico-Piedimonte_Ist.-Falcone-(1)
Guardare con fiducia ai cambiamenti è stata la provocazione di Mons. Di Cerbo che ha aperto alla speranza una considerazione ancora troppo severa nei confronti dei padri: le relazioni e la tenerezza che colorano questa figura, oggi ne rivelano il volto anche materno. Così il richiamo forte all’immagine di Dio Padre, che nel gesto ripetuto della misericordia verso i suoi figli, rigenera e fa rinascere, offrendo ripetutamente la chance di ricominciare, meglio descrive il nuovo volto del padre di oggi, proteso al dialogo e alle carezze verso i suoi figli.
L’intervento del professore Sergio Tanzarella ha messo in luce come il senso diffuso di “dimenticare il passato” di doli e sofferenze per meglio vivere oggi abbia generato una società “senza padri perché senza memoria” con il rischio di rincorrere un futuro senza radici. All’uomo e solo ad esso è affidata – tramite la storia – la responsabilità di tramandare valori, ma soprattutto identità, ruoli, modi di essere e di porsi.
Dalla riflessione di Perrotti l’attenta e accurata analisi dei dati: un padre meno autoritario, più fragile, ma più presente è quello che si profila ai nostri occhi, che deve ancora crescere nella capacità di orientamento dei propri figli, educando se stesso e loro a responsabili autonomie di scelta.
Interventi che seguono “schemi” ed esperienze diverse ma guardano con nuova premura e attenzione alla figura dei papà che oggi i figli amano un po’ di più, o meglio in maniera più serena ed esplicita.san-domenico_piedimonte_ist-Falcone-(2)
L’incontro ha riservato spazio anche ai lavori realizzati dagli alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo attraverso i quali è stato bello ma altrettanto complesso risalire al delicato rapporto padri-figli attraverso i disegni dei bambini.
Quale ruolo disegnare allora per il padre del presente? Significativa l’immagine resa da Mons. Di Cerbo, attraverso la descrizione dell’icona della Trinità del pittore russo Andrej Rublëv in cui il Padre, nella posizione laterale, si pone in atteggiamento di umile servizio e disponibilità nei confronti del figlio, al centro della scena. Ciò che si è generato, è l’immensità da servire e amare.

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