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Ad Alvignano è ancora “luminera”

Si ripete alla vigilia dell’Immacolata il tradizionale falò al termine delle messe vespertine: tradizioni che saldano legami

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Davanti alla chiesa di San Nicola

Tradizioni che restano, che riuniscono generazioni e rinsaldano legami: ad Alvignano anche quest’anno, alla vigilia dell’Immacolata, è tornata la “luminera”, il grande falò acceso appena cala il buio, al termine delle messe vespertine, ormai nella festa liturgica del giorno seguente.

Un grande fuoco come segno di forza che purifica e dona alla preparazione del Natale io senso del nuovo, come a liberare da ogni impurità che appesantisce. Sono numerosi i racconti intorno a questa bella tradizione alvignanese nota e diffusa, anche se in maniera ridotta anche al vicino paese di Dragoni o alla campagna, che confina con l’area caiatina. Altri racconti narrano del fuoco necessario a Maria, per asciugare le fasce in cui avrebbe avvolto Gesù alla nascita, dunque una tradizione che nella sua lettura più romantica o più vicina ad una esclusivamente di fede, orienta e guarda al Natale, ad un tempo forte, a Dio che è venuto nella Storia e ritornerà.

Sabato sera ad Alvignano la “luminera” per le parrocchie del paese ha avuto un valore aggiunto per la condivisione di questa vigilia con l’Azione Cattolica diocesana che nel Santuario dell’Addolorata ha rinnovato la propria adesione con la presenza del vescovo mons. Orazio Francesco Piazza. Al termine della messa, davanti alla chiesa di San Nicola, falò e momento conviviale con il parroco don Alessandro Occhibove. Preghiera e fuoco anche nelle piccole comunità di Rasignano e Marcianofreddo, i suggestivi borghi in collina dove la “luminera” è anche forte legame parentale e ricordo per i tanti che non ci sono più: qui con don Francesco Vangeli i fedeli hanno celebrato e festeggiato nel segno di una tradizione che resta e arricchisce la quotidianità anche nel cammino verso Natale.

Momento conviviale davanti al fuoco nella frazione di Marcianofreddo

È una ricorrenza attesa, non più con il coinvolgimento dei ragazzi di un tempo che dai monti scendevano carrette di rami secchi per fare nel proprio rione il fuoco più grande, ma resta la necessità di veder bruciare, di raccogliersi per una benedizione e di farsi compagnia, grandi e piccoli, con lo sguardo su Maria Immacolata, la ragazza del coraggioso, libero, e felice.

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