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Francesco Visco, medico e sindacalista per il Matese

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Matese tra moderno e contemporaneo

Come la professionalità e la passione per questa terra, rendano uomini normali, piccoli grandi eroi. Eccolo il valore della memoria: fissare, oggi, la riconsocenza per chi ha saputo spendersi…
Ancora un indeti a cura di Armando Pepe. 
La rubrica Matese, tra moderno e contemporaneo cresce…

Un’idea geniale del professor Francesco Visco, pediatra e politico del Matese

di Armando Pepe

Sindacalismo bianco
Quasi quarant’anni fa, e precisamente nel 1982, presso la casa editrice milanese Franco Angeli, a cura di Giuseppe Acocella e Sergio Zaninelli fu pubblicato un volume collettaneo dal titolo «Il sindacalismo bianco tra guerra, dopoguerra e fascismo (1914- 1926)», in cui trovò spazio un breve saggio intorno al sindacalismo cattolico e al popolarismo in Terra di Lavoro, scritto dallo storico dell’economia Giuseppe Di Taranto, il quale per la prima volta portò alla luce un documento rinvenuto all’Archivio di Stato di Caserta, un lacerto di un documento, datato 13 marzo 1920, inviato dalla questura al prefetto di Caserta, Lorenzo Valle.

Segretariato del Popolo
Era stato fondato in Caserta il Segretariato del Popolo, un patronato di assistenza legale, spirituale e legale a tutela dei lavoratori cattolici, sorto «per iniziativa della sezione locale del Partito Popolare Italiano», presso l’abitazione dell’ingegnere Salvatore Petrucciani, in via Iolanda [adesso via Giuseppe Mazzini] al civico 32.

Il Segretariato del Popolo, di cui  era segretario lo stesso ingegner Petrucciani, comprendeva venti soci: il professore Francesco Visco (Piedimonte d’Alife), l’avvocato Antonio Macarone (Carinola), Gabriele Schiappa (Mondragone), il canonico Don Giuseppe Piccirillo (Sora), l’avvocato Carmine Mancini (Mignano Montelungo), il sacerdote Paolo Della Volpe (Aversa), il professore Luigi Angelillo (Aversa), il dottor Gianlorenzo Carbone (Palma Campania), il professor Antonio Fuschillo (Saviano), il canonico Francesco Falconio (Cassino), l’avvocato Raffaele Danese (Cassino), il conte Adriano Aloisi (Pontecorvo), l’avvocato Lorenzo Blasi (Pontecorvo), monsignor Pietro Del Prete (Pignataro Maggiore), l’avvocato Giovanni Rotondo (Capua), l’avvocato Clemente Piscitelli (Cervino), l’avvocato Nicola Gaglione (Marcianise), l’avvocato Giuseppe De Michele (Macerata Campania), Pietrantonio De Franciscis (Caserta),  l’avvocato Giovanni Cuomo.

Monsignor Pietro Del Prete e il professor Francesco Visco
Tra gli affiliati, impegnati, chi più chi meno, nella vita politica dei propri paesi nella compagine popolare e prima che ci fosse qualche defezione con deriva fascista,  come quella del mondragonese Gabriele Schiappa, si possono notare due nomi legati a filo doppio a Piedimonte: monsignor Pietro Del Prete, rettore del Seminario Diocesano nei primi anni del XX secolo, nonché carissimo amico di Don Giacomo Vitale, e il dottor Francesco Visco (1875- 1963), libero docente di Pediatria all’Università degli studi di Napoli [Federico II] e consigliere della ricostituita provincia di Caserta, durante la prima consiliatura, nelle file della Democrazia Cristiana.

Un’idea geniale del professor Visco
Il professor Visco, il 3 agosto 1948, diede alle stampe un sintetico opuscolo – misurato, ponderato, scientifico – contenente una relazione alla Commissione tecnica del Consorzio provinciale antitubercolare di Caserta. Il breve lavoro aveva un titolo piuttosto lungo «Ricerche e studi per la scelta di una località adatta alla costruzione di un sanatorio montano regionale sul Matese».

Leggiamone qualche passo saliente. «La scelta della località dove far sorgere il Sanatorio montano del Mezzogiorno mi lasciò in un primo tempo perplesso, attesa l’importanza del problema e la responsabilità che s’andava ad assumere di fronte agli ammalati, soprattutto per la mancanza nel Mezzogiorno di un vero e proprio clima alpino…Volli sentire il prof. [Carmelo] Colamonico ed il prof. [Filippo] Eredia, i quali entrambi affermarono ch’era possibile trovare una località adatta nel nostro Appennino meridionale e davano la preferenza ai migliori pianori del versante meridionale del Matese. Volli pure consultare molti medici, tra cui il prof. [Annibale] Sbordone che, oltre ad essere un valoroso e vecchio clinico, è uno dei più esperti conoscitori del nostro Appennino. E dall’insieme dei dati raccolti sono in grado di indicare e sottoporre al giudizio della Commissione alcune località del Matese che pur senza avere un vero e proprio clima alpino vi si avvicinano abbastanza ed offrono in compenso un pieno benessere climatico. Nel Matese, la grande massa d’acqua agisce moderando gli squilibri di temperatura. Il lago Matese, che ha una superficie liquida di 5 km quadrati e contiene una massa d’acqua di 14 milioni di metri cubi costituisce un serbatoio termico di primo ordine, che immagazzina durante il giorno calore solare e lo restituisce lentamente durante la notte alle plaghe circostanti (Visco, pp. 1-4)». Per i collegamenti verso il Matese, il professor Visco adduceva che: «Oltre la ferrovia Napoli- Piedimonte d’Alife, vi sono ben sei corse al giorno da Napoli di autopullman (della SITA o di altre ditte), e ve ne è ancora una della ditta Ferrazza che arriva fino a San Gregorio, da dove per una strada quasi pianeggiante, boschiva e panoramica- da costruirsi, agevolmente, di appena un paio di kilometri- si arriva su uno dei posti indicati [ove costruire il Sanatorio], (a Macchialonga), dove giunge pure una funicolare della SME [Società Meridionale d’Elettricità] (Visco, p. 5)».

I posti indicati, e idonei, ove costruire il sanatorio sul Matese erano: Macchialonga, Conca delle Rose, Colli della Catena, Campo Braca.

Ciononostante, il tubercolosario sul Matese non fu mai realizzato.

Fonti archivistiche e bibliografia

Archivio di Stato di Caserta, Prefettura Gabinetto (1° Inventario), busta 312, fascicolo 3571 «Informazioni sulle attività del Partito Popolare».

Francesco Visco, Ricerche e studi per la scelta di una località adatta alla costruzione di un sanatorio montano regionale sul Matese. Relazione alla Commissione Tecnica del rappresentante del Consorzio Provinciale Antitubercolare di Caserta, Napoli, Stabilimento Tipografico Alfredo De Vito 1948.

Giuseppe Di Taranto, Sindacalismo cattolico e popolarismo in Terra di Lavoro tra guerra, dopoguerra e fascismo, in Sergio Zaninelli, Giuseppe Acocella, Il sindacalismo bianco tra guerra, dopoguerra e fascismo (1914-1926), Milano, Franco Angeli 1982.

Armando Pepe, Le origini del Fascismo in Terra di Lavoro (1920-1926), Canterano, Aracne 2019.

Armando Pepe, Il carteggio tra Giuseppe Toniolo e don Giacomo Vitale, Tricase, Youcanprint 2016.

 

 

 

 

 

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