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Quel Sanremo che non t'aspetti…

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 Le agenzie di stampa cattoliche sulle parole di Celetano

 SIR (Servizio Informazione Religiosa): A PAROLE “IMPENSATE” SEGUIRANNO “PAROLE PENSATE E ANCHE DI SCUSA”?

Quando l’ignoranza prende il microfono per diffondere il suo messaggio è doveroso replicare, seppur con serenità e rispetto delle persone, per amore della verità. Ieri sera, in apertura del Festival di Sanremo i giudizi di Adriano Celentano su due testate cattoliche nazionali da lui accusate di ipocrisia, di parlare di politica e non di Dio, sono stati la prova di un vuoto che è anche dentro di lui. Vuoto di conoscenza di ciò che le testate cattoliche professionalmente sono e vuoto di conoscenza del servizio che esse svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della società tutta. Un vuoto voluto, e quindi ancor più triste, perché a tutti è possibile conoscere e comprendere il ruolo laico dei media cattolici nel nostro Paese.
È dunque più l’amarezza che il disappunto a prendere il sopravvento dopo quanto accaduto ieri sera sul palco di un teatro che, è bene ricordarlo, non è la realtà del vivere quotidiano. Ma il giorno dopo c’è, forse, da attendersi che a parole insensate, cioè impensate, seguano parole pensate e di scusa. Anche senza microfono.

FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici): “OPINIONI SENZA CONOSCERE CIÒ DI CUI SI ARGOMENTA”

“Parlare per slogan. È un tipico vezzo italiano, un vizio che contagia molti. A volte si esprimono opinioni anche senza conoscere almeno con sufficienza ciò di cui si argomenta”. Così Francesco Zanotti, presidente della Fisc (la Federazionecui fanno capo 189 testate cattoliche locali), commenta quanto affermato ieri sera, al Festival di Sanremo, da Adriano Celentano a riguardo di “Avvenire” e “Famiglia Cristiana”. “Celentano – scrive Zanotti in una nota pubblicata sul sito della Fisc (www.fisc.it) – ha dato voce e amplificato la mentalità che non vuole riconoscere una fede incarnata che implica la vita. Per questa mentalità non esiste un Dio che si è fatto uomo, un Gesù Cristo che si è occupato di tutto l’umano, che ha dato un senso all’agire umano. Secondo questo pensiero la fede resta un fatto privato, al massimo con una valenza da ‘assistente sociale’. Il resto, invece, non esisterebbe”. Ecco perché, secondo Zanotti, “danno fastidio giornali diffusi e che fanno opinione come ‘Avvenire’ e ‘Famiglia Cristiana’, e localmente quindi, e per analogia, anche i settimanali diocesani che da sempre, per storia e per tradizione, oltre per vocazione, si occupano di ogni vicenda che coinvolge l’uomo. Sì, perché nell’uomo, in tutto l’uomo e in ogni uomo, è impresso il volto di Dio”.

COPERCOM (Coordinamento della associazioni per la comunicazione): DELLE FOGLIE “TRISTEZZA INFINITA”

“Fa male al cuore sentire Celentano prendersela con Avvenire e Famiglia Cristiana, ‘giornali ipocriti che vanni chiusi’. Per non dire dei preti e dei frati (tranne uno, bontà sua) che non parlerebbero del Paradiso. Tristezza infinita per ‘sua immensità’, come lo ha definito Rocco Papaleo, da perfetto maggiordomo”. È il commento di Domenico Delle Foglie, presidente del Copercom (www.copercom.it), in una nota sull’esibizione di Adriano Celentano alla prima serata del Festival di Sanremo. “Sorpresa altrettanto infinita per un’edizione di Sanremo che non ha nulla dei tempi sobri che siamo costretti a vivere. La sobrietà, caro Gianni Morandi, oltre che in un cachet contenuto – scrive Delle Foglie – e in un lustrino in meno, sta nella misura delle parole. Meglio annoiarsi che assistere allo spettacolo di un artista incontinente che usa il servizio pubblico per colpire a tradimento, dall’alto di ascolti milionari, un pezzo di società civile”.

 

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