In Provincia il faccia a faccia tra il presidente Zinzi e gli assessori provinciali in pectore in quota Pdl
L’incontro fra Zinzi e i quattro assessori indicati dal Pdl per dirimere una querelle vecchia di otto mesi, potrebbe portare, anziché ad una schiarita, ad un ulteriore rimescolamento delle carte. Con tutta una serie di incognite che, al momento, è impossibile prevedere. Zinzi, infatti, in virtù dei decreti di nomina di Stefano Giaquinto, Gianpolo Dello Vicario, Filippo Mazzarella e Francesco Zaccariello, aveva convocato proprio per questo pomeriggio un vertice a cinque, per discutere, evidentemente, delle deleghe da affidare ai quattro neo componenti dell’esecutivo provinciale, ma soprattutto per fare chiarezza attorno a una vicenda che, da diversi giorni, ha assunto toni grotteschi.
Dei quattro assessori in pectore, infatti, soltanto Stefano Giaquinto e Gianpaolo Dello Vicario hanno controfirmato senza riserve il proprio decreto di nomina, diversamente dagli altri due compagni di cordata: Mazzarella, infatti, ha rifiutato di controfirmare, pur dopo la correzione dei propri dati anagrafici riportati sul decreto, Zaccariello, invece, dopo aver firmato la notifica del decreto, ha fatto un passo indietro, rinunciando tardivamente all’incarico e sostenendo che la mera firma della notifica del decreto non comporta, in automatico, la decadenza dalla carica di consigliere. Ne è nata una disputa di natura tecnico-procedurale, che ha scomodato notabili ed esperti di diritto. Il vero motivo della contesa, in realtà, starebbe in Nicola Cosentino, non contento dell’accordo politico raggiunto per la nomina dei quattro assessori e intenzionato a far entrare in giunta un quarto uomo, esterno al consiglio provinciale, nella fattispecie Corvino. Di qui il passo indietro di Zaccariello, indotto, secondo indiscrezioni, dallo stesso Cosentino a fare un passo indietro. Zinzi è andato avanti come un treno e, per la verità, non ha tutti i torti.
Di qui la convocazione di oggi pomeriggio in Provincia, incurante delle polemiche dei giorni scorsi tutte interne al Pdl, e incurante, altresì, delle mancate controfirme e dei passi indietro. Raggiunto l’accordo – è il ragionamento di Zinzi – si proceda all’attribuzione delle deleghe. Punto e basta. In realtà, un sempre più confuso Pdl ha dimostrato, negli ultimi giorni, non soltanto di non voler lavare i panni sporchi in famiglia, ma di continuare a imbrattare di fango quei panni, in pubblico, fino all’inverosimile, alimentando i dissidi al proprio interno, tenendo sotto scacco una istituzione, la Provincia di Caserta, che merita rispetto perché non è né un giocattolo né una dependence del partito, ma un ente che deve precise risposte a un territorio già in crisi per una serie infinita di motivi. Parlare a vanvera di bene comune e etica pubblica in roboanti convegni pubblici è mortificante se poi, alla prova dei fatti, si perseguono logiche che nemmeno nella Prima Repubblica erano mai state conosciute. Senza contare il “giallo”del congresso provinciale del Pdl, convocato per la fine del mese, ma a quanto pare, all’insaputa dei coordinatori. Chi vivrà, vedrà.