L’iniziativa I luoghi del cuore promossa dal Fai e da Agenda 21 ha dirottato con gran successo l’attenzione di tanti sul degrado della palazzina reale dei Borboni
Ci sarà tempo fino al 30 ottobre per votare, ma è meglio affrettarsi e non aspettare l’ultimo minuto. Salvare il Real Sito di Carditello, infatti, è davvero un’emergenza. L’iniziativa, promossa da Fai – I luoghi del cuore – e da Agenda 21 per il Real Sito di Carditello e dei Regi Lagni, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e degli Affari Esteri, sta riscuotendo un enorme successo. L’apertura del sito di interesse storico e artistico, nelle scorse settimane, ha riportato l’attenzione dei visitatori sui drammatici problemi di conservazione dell’antica Masseria Foresta, attualmente di proprietà del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno. Il sito, purtroppo, per sanare gli ingenti debiti contratti dal Consorzio con alcuni istituti bancari, finirà all’asta e c’è il rischio che possa capitare nelle mani di speculatori.
Votando on line all’indirizzo www.iluoghidelcuore.it sarà possibile inserire Carditello nell’elenco dei siti meritevoli di fondi e interventi speciali per i quali il Fai sosterrà una accanita battaglia. La Reale tenuta di Carditello, sita in San Tammaro, detta anche Real sito di Carditello oppure, con riferimento alla palazzina ivi presente, Reggia di Carditello, faceva parte di un gruppo di 22 siti della dinastia reale dei Borbone di Napoli, posti nella Terra di Lavoro.
Questi siti non erano solo semplici luoghi per lo svago (soprattutto per la caccia) della famiglia reale borbonica e della sua corte, poiché, è importante sottolineare, in alcuni casi costituivano vere e proprie aziende, espressione di imprenditoria ispirata dalle idee illuministiche in voga in quei tempi. Si citano per esempio gli allevamenti della Fagianeria di Caiazzo, la produzione della seta a San Leucio, la pesca al Fusaro, gli allevamenti della Tenuta di Persano e del Demanio di Calvi.