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Caiazzo. Stasera i festeggiamenti in onore di Santo Stefano

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Il Vescovo dei miracoli vicino al popolo a alla città

Nasceva nel 935, “presso i Logni e probabilmente nell’attuale villaggio di Macerata presso Capua, da Giovanni (Menecillo?) e da Guiselberta”. Si tratta di alcune righe sulla vita di Santo Stefano Menecillo, patrono di Caiazzo e compatrono diocesano, pubblicate nel 1928 dal canonico Bernardino Di Dario in Santo Stefano, Vescovo e protettore della città e della Diocesi di Caiazzo.
Poche pagine che ben raccontano la vita del Santo, dalla fanciullezza, all’episcopato e poi il culto dopo la morte che Caiazzo ebbe per lui. Ogni anno il 29 ottobre, nell’anniversario della morte del Patrono la città lo ricorda e con essa tutta la  Diocesi di Alife-Caiazzo essendo compatrono diocesano, accanto a San Sisto I papa e martire, venerato ad Alife.
Anche quest’anno, il 29 ottobre alle 18.00 (questa sera),  il Vescovo S.E. Mons.Valentino Di Cerbo presiederà il solenne pontificale nella Concattedraledi Caiazzo. Con il Vescovo anche il Clero diocesano.

Caiazzo. Cappella di Santo Stefano Menecillo

Colpisce della figura del santo vescovo – sempre nel breve testo di Di Dario – la “purezza” che lui praticava ed insegnava ai fanciulli che come lui si formavano alla vita ecclesiale presso l’ospizio “che sorgeva in Capua presso la chiesa del Salvatore”.
Lo zelo e la santità che si sparge intorno alla sua figura gli permettono presto di divenire sacerdote e poi di essere scelto come Abate e parroco della chiesa del S.Salvatore. All’età di 44 anni, resasi vacante la sede episcopale di Caiazzo, egli ne assume la guida per volontà del clero locale e del popolo: una richiesta che il vescovo di Capua non poteva non accogliere. Agli anni del suo episcopato sono attribuiti una serie di miracoli, ma anche l’autorevolezza di scelte sagge e coraggiose, come la partecipazione al Concilio Provinciale in cui denunciava “Signori e confratelli, voglio che sappiate che la mia sede [ ridotta al nulla” accusando alcuni benefattori di aver sottratto alla chiesa caiatina “i beni di cui era stata dotata”. Episodio che lo rendeva così amico del popolo e custode della sua chiesa. Muore a 88 anni, nel 1023.
Nel 1512, dopo 489 anni dalla morte il suo corpo – descrive ancora Di Dario – viene ritrovato “così come vi era stato deposto” tra la commozione e l’esultanza della folla.
Proprio lo scorso maggio, la città di Caiazzo e l’intera Diocesi, alla presenza di Mons.Valentino Di Cerbo e del Card.Angelo Comastri  hanno ricordato i 500 anni di quell’evento miracoloso con devozione,solennità, ma soprattutto partecipazione di popolo.

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