Nell’ambito del riciclo l’Italia è un paese contraddittorio. Altissime percentuali per la carta, per esempio, e basse per altri materiali. Senza contare gli ancora deludenti numeri fatti segnare dalla raccolta differenziata. C’è un settore, però, che sembra piccolo e invece tale non è, dove il Bel Paese svetta ai primi posti in Europa insieme a Germania e Gran Bretagna: quello dei tappi di alluminio.
Vino, birra, aceto, olio o qualsiasi altro prodotto alimentare, non fa differenza. In Italia, secondo i dati dell’ Eafa, l’associazione europea che raggruppa i produttori di chiusure in alluminio, se ne ricicla il40 per cento. Una gemma nascosta in quanto a ricchezza e recupero, quella dei tappi, nonostante le piccole dimensioni. In particolare perché l’alluminio, a parte la diffusione capillare, può essere riciclato all’infinito, e destinato a usi come oggettistica, veicoli, edilizia, isolamento, prodotti per la casa e molto altri, senza comprometterne qualità o potenzialità. Anzi, risparmiando energia, quasi a impatto zero: per trasformarli e dare loro nuove funzioni se ne impiega infatti il 95 per cento in meno rispetto a quella necessaria per la produzione iniziale. Forse il più virtuoso fra i materiali.
Il titolo assoluto spetta alla Germania, che regala nuova vita a otto tappi su dieci grazie alle infrastrutture dedicate al settore e anche ai consumi. Subito a ruota il Regno Unito e appunto l’Italia, che si muovono fra il 40 e il 50 per cento
(da Wired Italia)