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Da Maria Rosaria Rossi a Caldoro. Pensavamo che la politica fosse un'altra cosa

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Triste nota post terremoto

Speravamo di poter ringraziare direttamente il Presidente della Regione, Stefano Caldoro, e non Maria Rosaria Rossi, oggi sulla “miglior” cronaca politica più per gli “affari di Arcore” che non per la gestione della “cosa pubblica”. Seppur, a pensarci bene, per le emergenze, per gli aiuti e le garanzie date ai sindaci dal Presidente della Regione nell’incontro di ieri non ci sarebbe da ringraziare nessuno. La Politica è servizio!

terremoto piedimonte 3

In una nota diffusa in questi minuti apprendiamo che la senatrice Rossi (“personalità di spicco” si legge nel comunicati allegato), nei giorni passati si è ben informata dello stato delle cose nei comuni matesini colpiti dal sisma; ma in più, pare che abbia chiesto a Caldoro di avere un’attenzione per noi… “per l’interesse che essa ha manifestato affinché la propria terra di origine ricevesse un adeguato aiuto istituzionale e non venisse lasciata sola”. Chi ha inciampato per primo? La Rossi, che ha chiesto “un adeguato aiuto”? O Caldoro che ha fatto notare ai nostri sindaci l’interessamento appena citato? E pensare che il ruolo di Caldoro (ossia di un presidente di regione) val molto di più di uno scranno come quello della Rossi…
Ossequi e incensi da sperperare.
O che si sia trattato solo di un comunicato in eccesso?
Tra politici una telefonata di confronto e l’invito ad “interessarsi di…” pare sia d’obbligo (non giustamente), ma, a 15 giorni dal sisma (con tutti le tensioni del caso che esso ha generato), questa nota sembra scuoterci ulteriormente (la coscienza). E non che si tratti di terremoto.
Nel frattempo la cornice di stucco politico (provinciale e regionale) che avvolge il fatto “terremoto” è un pesante fregio di false promesse e mancati servizi: le condizioni fatiscenti dell’Itis (per quanti mesi ancora bisognerà implorare la riqualificazione dell’edificio?); la vicenda dei mancati finanziamenti agli allevatori matesini per il pascolo estensivo (e il successivo congelamento della graduatoria); la presunta soppressione della Ferrovia Alifana. E il mezzo funzionamento della nuova Tac all’ospedale civile?
Grazie invece, a chi della politica – in quei giorni – ne ha fatto un’esperienza vera, rinunciando alla festa del 31 dicembre e del 1 gennaio: le casacche fluorescenti dei volontari, giovani e meno giovani, della Protezione Civile che hanno percorso in lungo e in largo la città di Piedimonte – la cui professionalità è anche merito delle scelte compiute dall’Amministrazione -; le ininterrotte “assemblee” presso il Com di politici e viceprefetti; la premura e l’attenzione dei Vigili del Fuoco verso tutti; la generosità e la responsabilità di sindaci e amministratori nell’offrire ai cittadini tutto ciò che è venuto a mancare in quelle ore difficili (per alcuni anche la casa).
Ci sarebbe bastato ricordarlo così questo “movimentato” passaggio dal vecchio al nuovo anno.
Grazia Biasi

LEGGI IL COMUNICATO STAMPA ringraziamento Rossi

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