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Donazione organi. La richiesta si alza dalla nostra terra

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Ieri ne ha parlato il Capo dello Stato. Alcuni giorni fa a Piedimonte Matese una manifestazione sportiva per sensibilizzare sul tema. La settimana scorsa un “forte” racconto e un’intervista sulle pagine di Clarus

aido_presidente_napolitano_pubblicità_progressoLa Redazione – Ieri, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto al Quirinale una delegazione della Fondazione Pubblicità Progresso, guidata dal Presidente, Alberto Contri che gli ha illustrato i risultati raggiunti dall’ultima campagna Pubblicità Progresso a favore della donazione degli organi e dei tessuti: in un anno e mezzo sono stati “arruolati” 44.000 nuovi donatori. Nel corso dell’incontro il Presidente Napolitano ha rivolto un indirizzo di saluto ai presenti e si è poi soffermato sul valore della donazione, invitando a “superare il tabù” che impedisce anche il pensiero, già da giovani, a pensare ad un atto di tale coraggio.
Sul nostro magazine, pubblicato una settimana fa abbiamo dedicato due pagine al tema della donazione degli organi “da viventi” raccontando la storia di Massimiliano Nardelli di Piedimonte Matese che ha ricevuto un rene dalla sorella. A fare da supporto alla felice storia, l’intervista al dott. Guglielmo Venditti, presidente regionale Aido.
Riportiamo un breve estratto.

Dottore Venditti, quanto è cresciuta nel nostro Paese l’attenzione e la sensibilità per la donazione degli organi?
La sua domanda ci porta nel cuore del problema. Da anni continuo ad affermare in ogni occasione che la attenzione e la sensibilità dell’opinione pubblica nel nostro paese non è ancora così elevata da ridurre la differenza tra il numero di trapianti che si effettuano ogni anno e quello dei pazienti che in lista di attesa. Non solo, ma c’è anche il numero delle opposizioni che ha una tendenza all’aumento.
Nella maggior parte dei casi si tratta di espianti che avvengono una volta accertata la morte cerebrale irreversibile di una persona. Cosa rappresenta questo gesto, quasi sempre compiuto in un momento di dolore e difficoltà per le famiglie?
Il consenso alla donazione degli organi deve essere un convincimento che deve maturare nel corso della vita di ognuno di noi e non dobbiamo lasciare questa decisione alla nostra famiglia, perché il dolore per la morte, determina una chiusura a qualsiasi emozione o all’ascolto di spiegazioni del perché sia sopraggiunta la morte. Entrare nel dolore e nel lutto di una famiglia è complicato ed a volte impossibile.
L’Aido invece sostiene a gran voce – e in particolare negli ultimi tempi – la donazione da vivi.
(…)
Questo gesto deve nascere da quel legame che non è solo genetico come quello filiale tra genitori e figli o tra sorelle e fratelli. Ma può nascere anche da quell’amore tra moglie e marito che li ha uniti e li accompagna nella quotidianità della loro vita . In entrambi i casi rappresenta la sublimazione di un concetto, sì espresso duemila anni fa, che il tempo non ha scalfito “ama il prossimo tuo come te stesso”.

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