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E’ nata la Repubblica Italiana. Storia di una festa “nazionale” dalle pagine del Corriere della Sera del 1946

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Questa mattina, in via dei Fori Imperiali festa di popolo insieme alle massime autorità dello Stato

La Festa della Repubblica è la festa nazionale italiana celebrata ogni 2 giugno, resa nuovamente giorno festivo dal secondo governo Amato. Di fatto è ufficialmente la principale festa nazionale civile italiana. In questa data si ricorda il referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e il 3 giugno 1946 con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo.
Dopo 85 anni di regno, con 12.717.923 voti contro 10.719.284 l’Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati. Il 2 giugno è l’unica festa nazionale d’Italia.
La Repubblica vinceva con il 54,3% dei voti, mentre alla Monarchia andava il 45,7%. Nella nostra regione, la Campania (come in molte altre regioni del Sud) il potere monarchico guadagnava maggiori consensi: 1.427.038 contro i 435.844 a favore della Repubblica.

festa_repubblica_2 giugno

Così sulle pagine del Corriere della Sera del 18 giugno 1946: “La Repubblica ha vinto con una maggioranza non grande, ma appunto perchè non grande essa sta a dimostrare la tenace resistenza contro cui il popolo ha dovuto a suo onore lottare, i forti pregiudizi contro cui ha dovuto combattere, le diffuse paure che ha dovuto vincere e la coalizione di malintesi interessi e di torbide nostalgiche fermentazioni che è stato costretto ad affrontare. Forse non è male che la vittoria sia stata così tenacemente contrastata. Se alla Repubblica si fosse addivenuti subito dopo la liberazione, si sarebbe potuto credere a un moto irriflessivo del momento eccitato e passionale. Così, invece, la tregua istituzionale, voluta dagli alleati, avendo permesso una lunga, aperta, meditata discussione durante la quale tutti i pro e i contro dell’arduo problema sono stati messi sotto gli occhi del popolo italiano, ha dato alla decisione di domenica una consapevolezza e una serietà che non possono fare a meno di avvalorarne l’alto significato. L’ostacolo maggiore da superare era in noi stessi, nel nostro istintivo conservatorismo, nella titubanza ad alterare una struttura nella quale, per una illusione allettatrice, ma falsa e insidiosa, credevamo di vedere l’ordine, la stabilità, la quiete e l’unità”.
A differenza del 25 aprile (Festa della liberazione) e 1° maggio (Festa dei lavoratori), il 2 giugno celebra la nascita della nazione, in maniera simile al 14 luglio francese (anniversario della Presa della Bastiglia) e al 4 luglio statunitense (giorno in cui nel 1776 venne firmata la dichiarazione d’indipendenza).
napolitano_giorgioQuesta mattina il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si è recato al Vittoriano omaggiando con una corona d’alloro il monumento al Milite ignoto, poi in via dei Fori Imperiali ha preso parte insieme al presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai presidenti di Camera e Senato – Boldrini e Grasso – alla parata militare che non solo celebra le forse armate italiane, ma il sacrificio e l’onore del popolo tutto, eroicamente speso per la Nazione.
Divise storiche, medaglieri, gonfaloni (molto suggestivo il passaggio dei gonfaloni delle Regioni italiani e dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), vessilli partigiani: tutto ciò che oggi rende il nostro paese unito e che in modo particolare lo “rilancia” in Europa (il 1 luglio avrà inizio il “nostro” semestre di Presidenza europea) con la possibilità di dare un contributo rigenerativo e qualificato al piano europeo di sviluppo economico, sociale, culturale e politico.

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