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Natale arriva in silenzio. La rubrica ArteSanta ci guida all’ascolto del mistero

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La rubrica ArteSanta ci accompagna verso il Natale con tre pubblicazioni che ripercorrono il mistero dell’Annunciazione e della venuta di Dio tra gli uomini attraverso suo figlio Gesù. 

Di Francesca Costantino  “Natura silent”. Così Jacopo Sannazaro definisce il Mistero dell’Incarnazione di Cristo ed è così che lo trasferisco in immagine attraverso l’opera di Beato Angelico. La grande tavola, conservata presso il Museo Diocesano di Cortona, raffigura l’Annunciazione ed è un capolavoro dell’arte rinascimentale (risale infatti al 1432-1434) al quale si ispireranno molti artisti successivi.
Fra Giovanni (chiamato Beato Angelico solo dopo la morte) è già frate domenicano quando dipinge la nostra tavola e la maggior parte dei suoi soggetti sacri, nei quali è possibile avvertire un’acuta e densa religiosità, ma più umana, tangibile e “naturale” rispetto a quella delle epoche precedenti.
BeatoAngelicoAnnunciazioneLa scena mostra l’improvviso momento dell’ annuncio. Lo prova l’interruzione della lettura di Maria, che appoggia precariamente il libro delle scritture su una gamba per accogliere pienamente la notizia. È un dialogo sonoro, quello dei due protagonisti, esplicitato dalle parole che, come nei moderni fumetti, escono dalla loro bocca e si confermano nei gesti: l’indice della mano sinistra di Gabriele verso l’alto  e verso Maria che rimanda al mittente divino e potrebbe alludere alla facoltà di Dio di operare senza clamore, silenziosamente; l’indice della mano destra, sempre dell’arcangelo, che ne precisa il destinatario; le aggraziate ed incrociate braccia della Vergine, sul petto, a manifestare l’umile e sicura volontà di ubbidienza.
Il luogo in cui tutto ciò avviene è un’essenziale e sobria loggia d’ispirazione classica, arricchita da qualche arredo prezioso per richiamare la regalità  e la dignità dell’avvenimento. L’occhio dell’osservatore declina poi leggermente in prospettiva, verso un punto di fuga, individuato da una scena in secondo piano. Si tratta dell’episodio veterotestamentario della Cacciata dei Progenitori, utilizzata spesso in epoca medievale per ricordare che l’esempio di Cristo- Uomo è l’unico messaggio di salvezza e liberazione dal peccato.

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