Home Chiesa e Diocesi Anche la diocesi di Alife-Caiazzo a Pompei, in preghiera per le Vocazioni

Anche la diocesi di Alife-Caiazzo a Pompei, in preghiera per le Vocazioni

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Un percorso organizzato a Pompei, non solo sede della Conferenza Episcopale Campana, ma soprattutto per affidare a Maria il cammino di tanti, che come lei, ogni giorno si impegnano a dire il proprio Sì a Dio

Cristina Palumbo – Il 12 marzo, si è svolto l’ultimo appuntamento di un percorso proposto dal Centro regionale per le Vocazioni, diretto da Don Emilio Salvatore sacerdote della nostra Diocesi, con una serie di incontri di formazione e momenti di preghiera animati dai Centri Diocesani per le Vocazioni (Cdv) delle diverse Diocesi della Campania.
pompei_papa-francescoA quest’ultimo appuntamento è intervenuto Padre Antonio Genziani, dell’ordine dei Sacramentini, membro della Commissione per i Sussidi dell’Ufficio nazionale per la pastorale voazionale, che ha tenuto una interessante relazione su come animare la pastorale vocazionale e giovanile, per cercare di amare, come Gesù, accostando ed accompagnando i giovani ad alzare lo sguardo ed a fare del proprio desiderio una scelta consapevole per la propria vita.
Alla formazione è poi seguita la preghiera, in Basilica, con un’Adorazione Eucaristica guidata da Don Pasqualino Rubino, Responsabile Diocesano del Centro per le Vocazioni e presieduta dal nostro Vescovo Mons. Valentino Di Cerbo, che ha presieduto anche la Celebrazione Eucaristica, animata dal Coro parrocchiale della Parrocchia Ave Gratia Plena di Piedimonte Matese.  “Quando si prega per le vocazioni non si chiedono solo benefici per la Chiesa, ma anche per il mondo. Perché chi dice si a Dio, si impegna non solo a riempire la barca della Chiesa, ma inevitabilmente anche l’altra barca, quella dell’umanità”. Così il Vescovo commentando la chiamata di Pietro nel vangelo secondo Luca (5,1-11). La chiamata dei discepoli, uomini normali e semplici pescatori, deve aiutare ciascuno di noi a fidarci un po’ in più del Signore, a lasciarci incontrare e trasformare da lui, ad accogliere l’invito, rivolto a tutti, ad essere pescatori di uomini.
Le vocazioni, intese non solo come quelle sacerdotali ed alla vita religiosi, nascono se c’è un profondo ascolto della Parola, e si sviluppano attraverso la tecnica del contagio. Chi ha incontrato Dio nella propria vita è ben cosciente di aver ricevuto in dono un amore così grande da non poterlo trattenere tutto per se. Deve inevitabilmente condividerlo con gli altri e fare in modo che arrivi al cuore di ogni uomo.
In tal modo ognuno potrà rivedere la propria vita ed indirizzarla sui sentieri che il Signore ha tracciato per noi. Sentieri che attraversano varie strade, comprese quelle dell’impegno e della testimonianza in famiglia, sul lavoro, nel sociale, insomma nei luoghi in cui gli uomini e le donne vivono la propria quotidianità.
Occorre solo dire un si, che sia però libero, corresponsabile e gratuito, per contribuire all’edificazione del regno di Dio sulla terra e dare segnali di cambiamento positivi per la società.

E questo compito non tocca solo ai sacerdoti ed agli animatori della pastorale vocazione, ma è demandato a tutti gli operatori pastorali e laici impegnati. Nessuno è escluso dal diventare pescatore di uomini!

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