Da pochi giorni ha ricordato l’inizio della sua avventura religiosa. Oggi cuoca del monastero, ma un tempo dedita a molte altre attività
La Redazione – Suor Carla oggi trascorre molto del suo tempo ai fornelli, ma nel monastero benedettino di Piedimonte Matese ha fatto di tutto: dal ricamo all’asilo, dalla cura della sacrestia a quella dell’orto.
Il 19 marzo ha ricordato i suoi 50 anni di professione monastica (1965-2015), seppur il suo arrivo ai piedi del Matese risale a due anni prima (7 febbraio 1963).
Al secolo Maria Spagnuolo, suor Carla è nata il 26 maggio 1939 a Napoli e trascorso l’infanzia e l’adolescenza in oratorio, nei gruppi di Azione cattolica che animavano la vita dei quartieri intorno a Piazza Dante, dividendosi tra lo studio, il canto in chiesa, la visita agli ammalati.
Nell’autunno del 1962 con un gruppo di amiche partecipa ad un ritiro spirituale presso il monastero di Piedimonte Matese: “Era la prima volta che mi allontanavo da casa per più giorni – racconta – e nemmeno sapevo dove si trovasse Piedimonte”.
Con lucida memoria, Suor Carla ripercorre quei mesi ricordando volti, luoghi, date. La repentina decisione di entrare in monastero è frutto della preghiera, ma soprattutto del desiderio di conoscere e stare con Gesù Cristo.
“Nemmeno mi sono accorta del trascorrere di questi 50 anni”. Non le pesano oggi le difficoltà, i dubbi che pur hanno sfiorato le sue scelte “Perché nel momento della prova non mi sono mai lasciata accarezzare dalle difficoltà, ma ho sempre cercato il dialogo con le consorelle e i consigli di chi avrebbe potuto guidarmi sulla via del bene e della verità”.
A 76 anni, con seri problemi di vista, suor Carla non ha perso nulla del fervore che si addice ad un animo giovane e ciò che sorprende è il suo profondo e sentito legame con il mondo che è al di fuori delle mura di questo antico monastero. Diversamente dal comune pensare, quella di questa monaca è una vita attenta e aperta al dialogo: sono molti i giovani e gli adulti in contatto con lei che chiedono ascolto, consigli, una parola di bene per il cuore che lei non fa mai mancare accompagnandola con la preghiera personale.
Un dinamismo silenzioso e nascosto che anima e dona respiro all’universo: la vita di un monastero oggi – come un tempo – è scrigno di pace e di risposta per chi si pone alla ricerca di un senso.
In occasione del suo 50mo anniversario di professione monastica, non ha voluto alcuna festa; intorno a lei la comunità di monache, due amiche giunte da Napoli e, a sorpresa, Mons. Valentino Di Cerbo, che ha celebrato la messa presso la chiesa del Monastero all’alba del 19 aprile.
Ai ricordi di Suor Carla si aggiungono senza dubbio quelli dei cittadini piedimontesi che ne hanno conosciuto l’intraprendenza e la vitalità, e che restano legati a questo luogo di preghiera non solo dai ricordi ma da una profonda comunione spirituale.
Sul nostro mensile di aprile dedicheremo alla storia di Suor Carla un approfondimento.