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Fiction Pietro Mennea, la “freccia del Sud”. Ecco cosa ne pensa il giornalista Carlo Gagliardi

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La parola al giornalista di Bari, il quale traccia un’analisi critica della miniserie andata in onda su Rai Uno in due serate, domenica e lunedì

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L’attore Michele Riondino nei panni di Pietro Mennea

Carlo Gagliardi – Pietro Mennea era davvero così? Il grande campione barlettano, per 17 anni detentore del record mondiale dei 200 metri, è stato rappresentato fedelmente nella fiction di Rai1? È la domanda che si sono posti in molti. Diciamo subito che la ricostruzione del personaggio è molto valida soprattutto grazie all’interpretazione di Michele Riondino, attore che si è calato nella parte del velocista pugliese con grande umiltà, risultando alla fine quasi perfetto. È giusto anche sottolineare che la personalità di Pietro era molto complessa e, quindi, non facilmente adattabile a una fiction, cioè ad uno spettacolo di per se stesso romanzato. Già, il lavoro di Ricky Tognazzi non poteva smarcarsi dal concetto di “finzione” che miniserie analoghe sono costrette a rispettare. In complesso, però, fatta eccezione per alcuni particolari, il prodotto è risultato molto vicino alla realtà ed è scivolato via gradevolmente.
L’emozione è stata grande per noi che abbiamo vissuto da vicino la vita sportiva di Pierino (così era chiamato in ambito familiare), i momenti più importanti della sua carriera, ritrovando negli spezzoni dei filmati personaggi e luoghi ormai appartenenti alla storia sportiva della nazione. Colpisce la ricostruzione della casa in cui è vissuto per molti anni, ricordare la semplicità di mamma Vincenza e la passione di papà Salvatore o riportare alla memoria lo stanzone in cui troneggiava il tavolo immenso, utile a svolgere il lavoro di sarto, essenziale per mandare avanti tra mille difficoltà il ménage quotidiano. Forse è stato dato poco spazio alla sorella Angela, valido punto di riferimento per tutti coloro che si avvicinavano, a qualsiasi titolo, alla famiglia Mennea.
Il periodo dell’Avis Barletta, con il felicissimo riferimento ai vari Pallamolla e Acquafredda oltre che fedelmente ricostruito è stato ben interpretato dai vari attori. Forse il professor Mascolo è parso meno introverso di quanto in realtà fosse. Ma anche in questo caso a comandare è stato l’adattamento al concetto di “fiction”.
Bene anche la lite con i “polentoni” a Termoli. Spesso, nella vita di Pietro, si sono scontrati gli interessi del Nord e del Sud ma mai il giovane campione si sarebbe sognato di fare un “pernacchio” in pubblico, lui tanto introverso e poco propenso a ruoli da protagonista al di fuori dell’atletica. A proposito di liti, storica quella sulla pista dello stadio della Vittoria di Bari con Livio Berruti, conclusa con una mini spedizione punitiva dei parenti del barlettano, e saggiamente non riportata nella fiction. Si sa, in ambito sportivo l’antagonismo tra vecchi e nuovi campioni difficilmente finisce con uno scambio di mazzi di fiori.
pietro menneaE veniamo a ciò che, a nostro parere, ha allontanato la fiction dalla realtà. Eccessiva, a volte addirittura ingombrante, la presenza femminile. Quando era nel pieno dell’attività agonistica Pietro non si sarebbe mai sognato di correre dietro ad una ragazza. Non ne aveva il tempo. Le sue giornate avevano un menu fisso: allenamento, allenamento e allenamento. Le poche ore sottratte al lavoro in pista o in palestra erano dedicate allo studio. In quella fase della sua vita l’unico vero amore era l’atletica. Null’altro. Utile solo ai fini della fiction, quindi, la presenza di Manuela, in realtà conosciuta quando l’attività agonistica era stata conclusa da tempo.
In più spesso il prof. Vittori, cioè Barbareschi, sopravanza il personaggio Mennea. In realtà, pur avendo avuto un ruolo decisivo sia a livello tecnico che personale nella carriera di Pietro, il bravo allenatore non ha mai oscurato l’atleta. La sua presenza si è sempre percepita, molto raramente è stata in primissimo piano.
In conclusione il giudizio sul lavoro di Ricky Tognazzi e degli attori è più che positivo soprattutto perché le due puntate hanno permesso al grande pubblico, ai giovanissimi, di conoscere un personaggio che a livello sportivo ha dato tantissimo all’Italia. Tutta la carriera del barlettano, culminata nella conquista dell’oro olimpico a Mosca e ancor prima nell’aver migliorato il record mondiale dei 200 metri, meritava di essere conosciuta anche da chi non ha avuto la fortuna di vivere molto da vicino quei magici momenti, di gioire, di emozionarsi. Certo, Pierino aveva un carattere forte, era determinato, in alcune circostanze addirittura testardo, non era semplice stare sempre sulla sua lunghezza d’onda ma essere riusciti a conquistare la sua fiducia, aver raccolto in alcuni casi i suoi sfoghi ha arricchito e agevolato la nostra crescita non solo professionale. Oltre allo sport, all’atletica, sono in molti a dover dire “grazie Pietro, splendida freccia del sud”.

fonte Agensir

6 COMMENTI

  1. devo correggere alcuni punti : la lite non avvenne a Bari ma a Formia.
    La casa non era quella vista in quella spece di Fiction , Mennea abitava in via pier delle vigne n. 10 al primo piano.
    Altra considerazione la fiction lascia trasparire la superficialità, i luoghi comuni di come è stata prodotta, non ha nulla da spartire con la vita di Mennea e della famiglia, è una furbata cioè un falso.
    AVETE FINITO DI SPUTTANARE LA FAMIGLIA MENNEA?

    • Signor Luigi, dalle sue informazioni pare che lei sia a conoscenza della famiglia Mennea. Ci farebbe piacere entrare in contatto con lei e ascoltare le verità secondo lei nascoste dal film. Grazie e buona Pasqua

  2. Non è un film ma un sito mercantile fondato sulla comunicazione di maqssa a livello piu’ basso, le scene sono montate a ritmo convulso di uno spot televisivo, non lo ritengo una fiction, si vuole far apparire l’allenatore con dei sentimenti, che gioca sulla fragilità emotiva degli altri e si arroga il diritto di poter dare forza e contributo ad un soggetto che spffre prima di ogni gara, risebnte dell’impegno importante di ogni gara tale da farlo piangere al telefono quando chiama la sua famiglia al telefoono ed in particolare vuole parlare con un fratello.

  3. caro gagliardi, mascolo non capisce niente, non ha mai allenato Mennea , avrà preso solo i tempi, lo avrà fatto sgambettare sino al 1968 poi mennea è andato via da Barletta ed ha rotto con tutti i Barlettani.
    Quello che è squallido e che queste persone dopo 30 anni si presentano per sfruttare qualche euro su di un morto, purtroppo siamo in Italia dove tutto è concesso anche far parlare gente che non ha mai capito nulla di atletica ed adesso si arroga il diritto di andare in giro per fare eventi e dire falsamente come ha allenato Mennea.
    E la Magistratura continua a dormire e a non porre fine a questa tratta di esseri umani.

  4. C’è gente in giro che prima di nominare il nome di Pietro Mennea si deve sciacquare la bocca col l’acido.
    SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA CO L’ACIDO. MISERBILI.

  5. lA FICTION mi pare un falso storico, è una grande stronzata. Falso, solo un disabile mentale può credere alle stronzate raccontate

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