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Aleida Guevara. Dopo i flash e gli applausi, “fermo immagine” su una riflessione senza tempo

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Lo scorso 12 marzo Aleida Guevara, primogenita del Che, pediatra impegnata a Cuba nell’assistenza ai bambini disabili e a quelli affetti da malattie allergiche, è stata ospite di un dibattito tenutosi a Piedimonte Matese presso l’Auditorium comunale di San Domenico.
aleida-guevara2Prima del suo intervento, le abbiamo rivolto qualche breve domanda. Un modo semplice ed immediato per entrare in contatto e recepire in maniera chiara il segnale che Aleida è “figlia di Cuba”: la Chiesa, i Governi, le potenze economiche si incrociano con la storia di Ernesto Guevara e da questi rapporti e quelli generati negli anni, Aleida traccia le sue conclusioni e rinsalda il suo credo politico.  La cordialità e la simpatia della nostra chiacchierata traduce lo spirito caldo e accogliente del popolo cubano, che come lei stessa ricorda, in occasione della visita di Benedetto XVI sull’isola, partecipò in massa, per rispondere con altrettanta cordialità all’invito di Fidel: “A Cuba sono molti i cattolici, ma sono anche rappresentate tutte le religioni: non fu un problema quel giorno trovarsi tutti insieme per una festa”.

di Grazia Biasi

Quanto pesa per lei il cognome – Guevara – che porta?
Sono semplicemente la figlia di un uomo e una donna. Il mio è un “caso genetico” come quello di tutte le altre persone di questo mondo; al posto mio poteva esserci chiunque altri. Ho solo avuto l’onore di essere la figlia di Ernesto Guevara, ma dico sempre di essere degna figlia del popolo in cui vivo.

In riferimento alla straordinaria esperienza di suo padre, importante uomo di riferimento sociale e politico, possiamo affermare che esistono ancora i leader per un popolo o una nazione?
Sono molti i leader di riferimento per interi popoli: persone dedite al bene del proprio Paese e della propria gente. Il loro emergere o meno dipende dal peso che oggi assume la stampa internazionale che sceglie se parlarne o meno, nascondendo talvolta il racconto di vita di questi grandi personaggi.


In questo momento Papa Francesco è un importante riferimento non solo per il mondo cattolico. Possiamo considerarlo un leader secondo la sua lettura?

Papa Francesco è un papa, è un uomo onesto che dice ciò che pensa. Egli va considerato semplicemente il punto di riferimento del mondo cattolico, e forse meno per le altre confessioni religiose che guardano ai loro rappresentanti.  Ad un leader si chiede non solo di parlare, ma anche di agire, ecco perché è alta l’attenzione su Papa Francesco: da lui si attende che la struttura della Chiesa cambi e guardi con nuova attenzione al disagio sempre crescente dei poveri.

L’incontro di questa sera, nel suo titolo, mette uno accanto all’altro Papa Francesco ed Ernesto Guevara. E’ così? Cosa unisce queste due persone?
In realtà ho fatto presente il mio disappunto circa questo accostamento. Parliamo di due persone diverse, due storie diverse, a parte la comune origine argentina… Se solo c’è qualcosa che li accomuna è la fiducia nel tempo, e nella speranza di realizzare un giorno i loro ideali, che rimangono comunque diversi.

Fascismo e comunismo hanno mostrato le loro debolezze. Oggi tocca al Capitalismo una lettura allo specchio: anch’esso mostra segni di fragilità…
L’immagine che oggi possiamo dare del Capitalismo è quella di un animale ferito, di cui avere cura;  pertanto bisogna fare attenzione perché la sua reazione potrebbe essere molto violenta. La reazione, di fronte alla perdita di potere potrebbe generare ferocia e aggressività nei confronti del mondo. Tuttavia questa crisi economica può sfociare in due direzioni: il crollo di valori e principi, e quindi le reazioni violente da parte degli uomini e dei governi, o diversamente una nuova e sana presa di coscienza che dal basso può spingere verso un nuovo sistema .

Nel recente Evangelii Gaudium Papa Francesco afferma che “Il denaro deve servire, non governare”. Cosa ne pensa?
Penso che valga così, per tutti: per la Chiesa in quanto Stato e per tutti i Governi. Se la distribuzione delle ricchezze fosse più equa non assisteremmo ai fenomeni migratori di questo momento di fronte ai quali si adoperano solo misure restrittive.

Quali soluzioni secondo lei?
Sono soprattutto i popoli a dover trovare le risposte giuste per chi cerca accoglienza, secondo un vero spirito democratico e insieme pensare a progetti concreti di sviluppo economico e sociale nei luoghi dai cui i tanti migranti partono in cerca di una vita migliore.

Oggi Ernesto Guevara vive ancora? Quanto è forte in Italia la sua eco?
L’Italia, come il resto dell’Europa, ha una cultura simile a quella dell’America Latina. In tutto il mondo lo conoscono e lo apprezzano moltissimo, perché è stato un uomo coerente e quindi un esempio per molti. Pochi, come lui hanno saputo stare dalla parte dei deboli e agire per loro.

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