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Alife. Se questa è politica…

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amministrative 2016 ad Alife, scontri vandalismo

Grazia Biasi – Se questa è politica, quale futuro per le nostre città? Se questi sono i presupposti amministrativi di un’esuberanza pre elettorale, cosa accadrà in seguito, quando inevitabilmente  – maggioranze e minoranze – si dovranno confrontare e controllarsi?
Chi da una parte e chi dall’altra, su posizioni diverse, in che modo dialogheranno mentre i cittadini staranno ad osservare?
Alife fa parlare di sé; e non lo fa nel modo migliore: sono bastate poche ore dall’avvio della competizione elettorale per generare una poltiglia insapore, che non sazierà di sicuro la fame di rinnovamento che prova la comunità. Può solo assopire momentaneamente una fame aggressiva di rivalsa con il rischio di generare quello che è sotto gli occhi di tutti.
Illazioni e “accuse” (così definite dai politici chiamati in causa) dai palchi dei comizi hanno acceso la miccia; grida rimbalzate da un comitato all’altro, da una famiglia all’altra, finite a colpi di affissioni ritenute “selvagge” e lette come una violenta imposizione dell’avversario politico.
Nuove strette di mano, nuove coalizioni, nuove pacche sulle spalle: la volontà di vitalizzare la città, amministrarla, farla crescere comporta spesso un passo indietro rispetto a posizioni “imposte” dai colori di partito o da coalizioni apparentemente blindate.
Amarla Alife, nonostante questo…
Nella cronaca, dai toni politichesi più che politici, si è inserita la diatriba tra le liste con accuse reciproche che toccano le persone, le competenze presunte o affettive, fino al racconto di atti intimidatori.
Di chi è la colpa?
Di nessuno. Nessun nome si faccia risalire a quanto sta accadendo. Nessun nome sia ancora macchiato. Nessun nome sia chiamato in causa finchè non si trovi il coraggio di tornare a fare davvero politica, quella che meritano i ragazzi, gli anziani, le famiglie: tutti in attesa di trasparenza, legalità, concretezza.
Si torni a parlare (soltanto) di programmi; di cosa dovrà diventare Alife rispetto a ciò che è divenuta oggi; si trovi il coraggio da un “palco elettorale” di raccontare il presente di questa città: partire da dalla sua concreta quotidianità, dai disagi che i residenti toccano con mano, dalle possibilità di rilancio eternamente proposte e mai concretizzate. Fare un passo indietro è meglio che cento in avanti col rischio di affannarsi e bruciare le forze (e le idee) ancora prima di iniziare.
Quale città si sta consegnando ai più giovani, decisamente più appassionati alle foto di quelle macchine scippate e quelle lapidi oltraggiate attribuite ad una sporca ricerca di voti, piuttosto che a migliori sogni di futuro?
Spietata caccia al voto che vede confrontarsi tattiche e tecniche diverse per esperienza e furberie.
Ecco perché si torni a parlare di progetti, e possibilmente di quelli realizzabili; si torni a parlare di concrete possibilità di cambiamento; si guardi al centro storico non come la Camelot che verrà, ma come di un luogo normale di vita, perché anche la normalità è venuta meno agli abitanti di queste strade.
Offrire libertà di pensiero significa far crescere le coscienze, ma questo fa paura alla politica della nostra terra, che diversamente sceglie di raccontarsi attraverso il cerimoniale che sta intorno al taglio di un nastro, alla collocazione di un busto e nasconde i suoi debiti sotto il tappetino d’ingresso delle case comunali.
Buon proseguimento, e che sia migliore…

1 COMMENTO

  1. Saggio articolo, ma di difficile comprensione per i cittadini Alifani che purtroppo parlano un’altra lingua. Ci auguriamo tutti che qualcosa cambi, la situazione attuale è insostenibile e molti, troppi, prendono altre strade abbandonando il campo senza nemmeno provare a mettere le proprie forze a disposizione di un possibile cambiamento. Sarebbe il caso che anche la chiesa iniziasse a prendere parte a questi tavoli di trattative mettendo in gioco la sua forza e la sua esperienza a servizio del bene comune che ad oggi risulta essere messo in fondo alla scala dei valori da adottare. PROVIAMO TUTTI A CAMBIARE ROTTA.
    Buonagiornata

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