Sogni ancora da realizzare. Il professore lancia un ultimo appello per il bene della sua amata città
La Redazione – Sembrano scene d’altri tempi. Un testamento, un appello, un ultimo grido per svegliare la città, consegnato in una busta sigillata ad un giovane di Caiazzo, con la promessa di leggerla solo dopo la morte (di Nino).
Peppino Cristillo, giovane commerciante di Caiazzo, lancia dalla sua pagina facebook la notizia straordinaria di quel giorno in cui il professore Nino gli consegnò un segreto con l’impegno di renderlo pubblico solo…oggi, a distanza di pochi giorni dalla sua morta. Quella busta conteneva un documento – non segreto – che lo stesso Marcuccio aveva inoltrato al Sindaco di Caiazzo Tommaso Sgueglia e al Fai (Fondo Ambiente Italiano): una riflessione su Caiazzo, com’era e com’è e il sogno di Nino – a lungo presidente della Pro Loco e Amministratore cittadino – di veder cambiare il piccolo borgo, meta di turisti e curiosi, non sempre soddisfatti del suo aspetto, della sua fruibilità.
“La mattina del 12/11/2015, – scrive Peppe Cristillo – tra le molteplici visite che avevo fatto al mio “Maestro di vita” il carissimo prof. Giovanni Marcuccio, ebbi la possibilità di ascoltare le confidenze fattomi dallo stesso in maniera molto confidenziali. Mi raccontò tante situazioni che avevano caratterizzato, fin dalla sua giovane età, la propria partecipazione attiva alla cosa pubblica: sia come presidente della Pro-Loco che come amministratore comunale della città di Caiazzo.
Nel suo racconto, preso dalla inevitabile emozione, ma soprattutto commozione, nel sentire di alcuni argomenti particolarmente sentiti dal caro prof la mia attenzione fu catturata fin nel profondo del mio cuore.
Nel prosieguo della conversazione, il caro professore mi fece visionare un documento, a me sconosciuto, ma noto ai Grandi del Paese, molto ampio ed approfondito: sia per i suggerimenti che Egli impartiva che per le aspettative future ma soprattutto positive per la città di Caiazzo. Il documento era una “lettera aperta” al Sindaco, al F.A.I. di Napoli e alla città tutta di Caiazzo.
Terminata la nostra conversazione, mi salutò con il solito saluto che mi rivolgeva da anni: <<Puppiniè vieneme a’truà!>>.”
A quei saluti, racconta Cristillo sul suo profilo Fb, seguì un’altra immediata telefonata e la consegna al giovane di questo documento.
Marcuccio cita i palazzi, i vicoli, la complicata vicenda delle Opere Pie, il sogno di una fiera degli ambulanti, la delusione per un mediocre Festival Jovinelli, la speranza di un nuovo commercio ad animare la città, l’abbandono di Monte Carmignano e del Castello, il sogno di un teatro in Palazzo Mazziotti.
Parole accorate, sentite, addolorate dalla crescente delusione per la continua assenza di risultati.
Dopo la sua morte che ha segnato profondamente la popolazione caiatina riconoscente della sua cultura e del suo impegno civico, da lui arriva un nuovo segnale e tante verità. Il segno di un uomo che non si è accontentato di parlare e stimolare da vivo, ma che tenta un ultimo sforzo, sperando e sognando anche dal cielo.
Riportiamo di seguito la lunga lettera consegnata nel 2014 al Sindaco e al Fai