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Alife-Caiazzo. I nostri poveri, chi sono? E che cosa chiedono? I dati della Caritas nel sistema OspoWeb

Attraverso i Centri d i Ascolto e i dati raccolti su OspoWeb è possibile risalire ai bisogni effettivi delle persone, alla loro età e da questo attivare le opportune misure id contrasto. Il dato della diocesi di Alife-Caiazzo

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Pagare le bollette di luce e gas, provvedere alle visite mediche, sostenere la speso per l’affitto di casa: sono queste le richieste che “bussano” alla porta della Caritas di Alife-Caiazzo, mentre per la prima volta in Italia la povertà assoluta, che ha raggiunto i picchi più alti degli ultimi dieci anni, colpisce maggiormente giovani in cerca di lavoro e adulti rimasti senza impiego.
E diminuisce con l’avanzare dell’età. Tra i 4,6 milioni di poveri assoluti il 10,2% sono nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni diversamente da quanto avvenuto fino a poco fa che collocava gli anziani in cima alla classifica.
Caritas italiana denuncia le condizioni peggiori nel Mezzogiorno attraverso la pubblicazione del Rapporto Caritas 2016, non escludendo dai calcoli statistici attinti anche all’Istat quelli provenienti dalla Diocesi di Alife-Caiazzo attraverso specifiche piattaforme di raccolta informazioni.
La vicinanza, il sostegno garantito dalle chiese locali alle persone in difficoltà, si avvale di una fitta rete di volontari parrocchiali che facendo riferimento ai propri sacerdoti e di conseguenza alle Caritas diocesane operano attraverso i Centri di ascolto.
Caritas italiana tuttavia, oltre a garantire la formazione specifica di queste persone, ha attivato da qualche anno il sistema informatico OspoWeb, una piattaforma che raccoglie in tutta Italia i dati, le richieste, le esigenze degli utenti che confluiscono nei centri di ascolto: un criterio necessario – nel crescente universo di bisogni ed emergenze – per poter leggere l’andamento della povertà e mettere in campo azioni mirate di contrasto al fenomeno.
Anche la Diocesi di Alife-Caiazzo si inserisce in questo sistema “lavorativo” permettendoci oggi di raccontare, con il dovuto rispetto per ogni storia, il volto della povertà in Alto Casertano.
Se i dati nazionali rivelano le crescenti difficoltà tra i giovani, una lettura relativa ci consente di descrivere meglio e diversamente l’esperienza della Caritas di Alife-Caiazzo.
Le richieste di aiuto, le schede anagrafiche compilate, vedono protagoniste le donne: rappresentano il 67% delle utenze registrate. Sono il volto più esposto, più visibile e per certi aspetti più coraggioso della povertà; sono per la famiglia (quindi anche per i figli giovani che rientrano nel più generale dato nazionale) il gancio, la risposta ad un bisogno concreto che esse risolvono o affrontano meglio degli uomini.
Sono l’immagine di un retaggio culturale che diversamente da altri contesti (quelli cittadini o del Nord) espone più facilmente le donne anche all’imbarazzo della richiesta di aiuto, affrontata tuttavia con dignità, con determinazione e chiara coscienza del proprio ruolo di madre per tutta la famiglia.
I dati attinti dal territorio diocesano rivelano anche i bisogni, in una graduatoria che vede al primo posto la richiesta di aiuto per pagare bollette e tasse; seguono in ordine, il pagamento dell’affitto, le spese sanitarie e poi quelle scolastiche. Più in basso si collocano le richieste di aiuto per sostenere mutui, poi acquisti alimentari, visite mediche, la spesa per alimenti destinati ai neonati, poi quelle per i farmaci e in ultimo le spese per la gestione della casa.

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