Allievo di Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi, Pietro Parisi, chef napoletano dal sorriso aperto e spontaneo stamattina è stato ospite dell’Istituto Alberghiero.
È stata la Direttrice dell’Istituto, la dottoressa Filomena Rossi, a presentare ai ragazzi del triennio, lo Chef Parisi il quale ha dato prova della sua esperienza ai fornelli.
L’incontro, nel progetto previsto dall’Istituo rappresenta un progetto più ampio della scuola che vuole sfruttare le risorse del territorio, ricco di storia e cultura, una miniera di prodotti, tradizioni e ricette. Bisogna difendere la specificità del territorio ma soprattutto difendere la storia delle genti del Sud.
Pietro Parisi è un esempio di riscatto del territorio campano che porta la sua esperienza di vita a dimostrazione dei ragazzi dell’Alberghiero. Dopo aver conquistato tre stelle Michelin ed aver vissuto tante esperienze prestigiose maturate all’estero, decide di ritornare orgoglioso nella terra d’origine nel 2005 per aprire il suo ristorante “Era Ora”. L’asso nella manica di questo giovane “cuoco contadino” è la grande tecnica acquisita applicata ai prodotti della sua terra.
È lui stesso ad affermare: “Al centro del mio lavoro c’è spesso il riuso di tutto ciò che in cucina viene considerato scarto. Bucce, gambi, foglie acquistano una nuova vita. Così si insegna una cultura profonda, fatta di rispetto verso la natura e i suoi frutti”.
Ciò che rende Pietro davvero speciale è la ricerca dei prodotti di stagione, che seleziona personalmente dai suoi amici contadini, cercando di sostenere lavoratori e prodotti locali. L’obiettivo di Pietro è eliminare dalle cucine i grandi selezionatori e farvi rientrare i piccoli produttori del territorio, dare luce ai sacrifici di questi uomini e queste donne, diffondere la conoscenza di metodi sani di produzione, trasformazione e lavorazione del cibo, facendo riemergere le buone tradizioni che non dovrebbero mai essere privilegio per pochi. Per Pietro cucinare è cultura e non solo manualità e il rapporto con i contadini, la possibilità di osservare i loro volti, è un sostegno prezioso nella sua ricerca di nuove strade da percorrere.
Secondo Parisi, bisogna credere nei giovani perché essi rappresentano il futuro. Ma crederci davvero…