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Papa Francesco incontra i familiari delle vittime di Dacca: “Avete scelto la via dell’amore”

Questa mattina l'incontro con Papa Francesco. Tra i presenti anche Maria Gaudio, moglie di Vincenzo D'Allestro. "Uccisi perché non conoscevano il Corano, un martirio, non un comune atto terroristico". L'invito dei familiari a guardare diversamente la morte dei 9 italiani in Bangladesh

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Ne escono emozionati, caricati di speranza, e incoraggiati a proseguire sulla strada dell’amore che hanno intrapreso dopo l’attentato in Bangladesh, costato la vita a 20 persone tra cui 9 italiani.

Sono i familiari di Marco Tondat, Christian Rossi, Maria Riboli, Vincenzo D’Allestro, Claudio Cappelli, Simona Monti ricevuti in udienza privata da Papa Francesco questa mattina, prima dell’udienza generale in Piazza San Pietro.

“Papa Francesco ci ha ringraziati per la testimonianza d’amore che stiamo dando, perché anche per lui siamo stati un esempio”. Sono le prime parole di Maria Gaudio, moglie di Vincenzo D’Allestro, di Piedimonte Matese. “Accogliente, premuroso, ha ascoltato le nostre storie e le iniziative di solidarietà che sono nate dopo la morte dei nostri cari”.

È stato Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo, ad accompagnare dal Papa il gruppo dei familiari delle vittime e presentare al Santo Padre le storie “spezzate” di quei lavoratori, imprenditori e commercianti nel settore del tessile e della moda, “che si sono distinti in Bangladesh per onestà professionale e per la solidarietà più volte manifestata, la stessa che continua attraverso l’impegno caritatevole dei familiari che hanno scelto di proseguire sulla via dell’amore intrapresa da quei brillanti giovani”, ha spiegato il Pastore.

E proprio di amore ha parlato Papa Francesco, di come sia facile, dopo aver sperimentato il dramma di una simile morte, passare dalla via dell’amore a quella dell’odio: “Voi avete fatto diversamente”, ha sottolineato il Pontefice, “scegliendo di percorrere la strada giusta”.
“Non ho mai pensato in termini di odio”, racconta oggi Maria Gaudio. “Sin dai primi istanti della tragedia non ho saputo pensar male del Bangladesh, il paese dove Vincenzo ha trovato la morte, perché quel luogo, quella gente avevo imparato anche io a conoscerla ed amarla in occasione dei numerosi viaggi di lavoro accanto a mio marito ; a loro infatti – ai bambini, ai più poveri – va il pensiero e il contributo dell’associazione In viaggio con Vincenzo nata da qualche mese”. La sua stamattina è una voce rotta dall’emozione, ma una voce coraggiosa, serena; la voce di chi intende proseguire su quella strada di pace e carità che ha indicato il Papa.

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Davanti a Francesco tutte “le storie di Dacca”.
“Uccisi perché non conoscevano il Corano… Forse è giusto che si cominci a pensare a quella strage in termini di martirio e non come di un comune atto terroristico”.
Don Luca Monti, quella sera ha perso la sorella Simona, incinta di 5 mesi. La sua famiglia residente a Magliano Sabina, in occasione dei funerali ha scelto di devolvere le offerte raccolte quel giorno in chiesa per sostenere la costruzione di una chiesa in Bangladesh, nella Diocesi di Khulna. “Un luogo non solo per la preghiera dei pochi cristiani di un povero villaggio – spiega il sacerdote – ma soprattutto uno spazio di accoglienza e formazione, dove quotidianamente bambini e adulti possono stare insieme, parlare di Cristo, parlare di amore”.

È parroco in Santa Lucia di Serino (diocesi di Avellino), don Luca, e insieme alla sua comunità parrocchiale, soprattutto ai giovani, ha dato continuità a quella prima raccolta di fondi, donando le somme raccolte alla Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla chiesa che soffre: “La forza della fede e il coraggio umano di mia sorella sono il testamento che ci ha lasciato. Da esso attingiamo l’entusiasmo e la fiducia per proseguire in questo cammino di solidarietà”. Questa sera partirà per il Bangladesh per abbracciare la comunità raccolta intorno alla nuova chiesa e con loro fare festa.

Si ringrazia per le foto Francesco Frongia e Vania Murador

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