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Dove è sempre preghiera. Adorazione tutto il giorno nella chiesa di San Benedetto a Piedimonte Matese

Adorazione eucaristica mattina e pomeriggio. Quaresima, tempo propizio per la vita del credente e non solo

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“Venite in disparte e riposate un poco”: sembrano riecheggiare così le parole di Gesù ai discepoli nel vangelo di Marco, ancor prima di entrare, di varcare la soglia della chiesa del monastero San Benedetto, a Piedimonte Matese.
Chiaro invito a fermarsi, senza scuse, lì dove le grate non dividono se non per indicare “noi” e “loro” coinvolte nella scelta totale di vita che fa della contemplazione la prima condizione. Il resto si unisce nella preghiera.

Anche il passante distratto ha notato che da alcune settimane il portone è sempre aperto,  segno che qualcosa è cambiato. Dopo l’arrivo delle monache Adoratrici perpetue del SS. Sacramento la chiesa è aperta tutti i giorni, mattina e pomeriggio, per l’adorazione eucaristica.

Non ha mai smesso di essere luogo di preghiera e contemplazione il monastero San Benedetto; una casa sicura per tanta gente, non solo di Piedimonte, che ha trovato ascolto, accoglienza, e risposte.

Questo luogo nel cuore della città conferma la sua secolare tradizione e si conferma nella Storia quale spazio esclusivo dell’incontro tra Dio e l’uomo. Sì, perché solo una attenta e sapiente lettura della Storia, il discernimento in essa dei bisogni dell’uomo, continua a fare di monasteri e conventi in tutto il mondo, luoghi di risposte per chi è in ricerca, in affanno, per l’uomo pensante, per quello smarrito, per l’uomo “qualunque”.

Le “nuove” monache, venute da Napoli per dare prosieguo all’opera monastica, destinata a finire a causa dell’avanzata età di quelle residenti presenti da anni a Piedimonte Matese, hanno portato qualche novità che positivamente e silenziosamente si fa spazio nella vita della città: la dimensione di dentro che mettono a disposizione dei passanti, rompe d’improvviso con il mondo di fuori, ma non si esclude dal mondo: quel breve momento di adorazione rappresenta l’attimo, la scelta di un momento destinato alla preghiera, ad un nuovo equilibrio interiore, ad un dialogo o ad un assordante silenzio interiore prima di riprendere la strada di fuori. E non si è da soli.

Entrando, colpisce, al centro del coro, la figura di una monaca sempre in preghiera e poi, sotto gli occhi finisce la richiesta: “Lasciate qui le intenzioni per le quali desiderate che la Comunità delle Adoratrici perpetue del SS. Sacramento preghi”.

Quale periodo migliore, se non quello della Quaresima, per andare e fermarsi un po’?

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