Home Chiesa e Diocesi L’esperienza della Mensa Caritas di Alife-Caiazzo al convegno sullo spreco alimentare

L’esperienza della Mensa Caritas di Alife-Caiazzo al convegno sullo spreco alimentare

Il convegno, nato per iniziativa dell'on. Camilla Sgambato, si svolgerà lunedì, 13 marzo, presso la Biblioteca della Diocesi di Caserta e avrà per argomento la Legge Gadda

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Anche l’esperienza della Mensa Caritas della diocesi di Alife-Caiazzo confluirà al convegno sugli sprechi alimentari intitolato “Lotta agli sprechi alimentari e farmaceutici tra Buone Pratiche ed Esempi Virtuosi in Terra di Lavoro”.

Sarà don Arnaldo Ricciuto, Direttore dell’Ufficio Caritas diocesano e ideatore del progetto Mensa diocesana Panis Caritatis, a prendere parte all’evento che si terrà lunedì 13 marzo nella Biblioteca della Diocesi di Caserta, nato da un’idea dell’on. Camilla Sgambato.

Diversi i partecipanti, tra cui il dott. Beniamino Schiavone dell’Ospedale Pineta Grande di Castel Volturno; Gianluigi Traettino, Presidente di Confindustria Caserta; Tommaso De Simone, Presidente della Camera di Commercio e Coldiretti Caserta; Franco Pepe, maestro pizzaiolo; mons. Elpidio Lillo, vicario generale dell’Arcidiocesi di Capua e mons. Giovanni D’Alise, vescovo di Caserta.

L’incontro, moderato dal giornalista Luigi Ferraiuolo, sarà un focus sui contenuti della Legge Gadda, del 19 agosto 2016, relativa alla donazione e distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi.

I relatori si confronteranno sul tema dello spreco alimentare, inteso come l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare e che invece possono essere ancora consumati; al contempo, secondo il testo di legge per “eccedenze alimentari” bisogna intendere quei prodotti alimentari che, non vengono destinati alla vendita per motivi diversi, come la scadenza ravvicinata.

A prendere la parola anche l’on. Maria Chiara Gadda, da cui prende nome la Legge, che si riferisce non solo a beni alimentari ma anche a farmaci e capi di abbigliamento, soffermandosi sull’importanza di riutilizzare i prodotti “scartati”, ancora in possesso delle proprietà specifiche, cedendoli a enti o soggetti che poi li possano mettere a disposizione di chi ne ha bisogno e si aspetta gesti concreti di sostegno.

 

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