Dopo il Sinodo sulla famiglia e dopo la pubblicazione del documento di Papa Francesco, Amoris Letitia, dai Vescovi della Campania è giunto a tutte le Diocesi locali un vademecum sulla “recezione” del documento pontificio rivolto ai sacerdoti e alle persone impegnate nella pastorale familiare.
Un testo che si pone come mediazione tra il corposo documento del Pontefice sull’amore coniugale e le esigenze dei nostri contesti territoriali individuando aspetti della pastorale familiare da potenziare, da valorizzare e far emergere o particolare situazioni di fragilità matrimoniale da curare.
Pur considerando Amoris Letitia il testo di riferimento, i Pastori della Campania hanno provato a “filtrare” le parole del Papa attraverso la rete di storie, drammi, bisogni delle comunità locali e fornire così ai sacerdoti un agevole strumento per guidare il discernimento delle persone, in particolare delle famiglie in crisi o in formazione.
Il Documento della CEC (Conferenza Episcopale Campana) si apre proprio con un riferimento alla formazione delle coppie e dei giovani che si preparano al matrimonio e invita i preti, incaricati di seguirne i percorsi di osare oltre, di fare di più rispetto a quanto avviene, di avere tempo per le famiglie, di avere premura per esse, di spendersi per la propria gente in particolare per i giovani: avere cura delle coppie di fidanzati, in particolare coltivare negli adolescenti una vera maturità affettiva; avere cura dei corsi prematrimoniali con come eventi “tecnici” in preparazione al sacramento ma come momento della riscoperta della propria fede “una sorta di iniziazione catecumenale al Sacramento”; e poi l’accompagnamento delle coppie nei primi anni di matrimonio così come in occasione dei sacramenti dei figli; in ultimo, ma non meno prioritaria, l’attenzione alle persone che vivono esperienze di divorzio e fragilità di relazioni.
Formazione per la vita, per il tempo della lunga vita matrimoniale: questo sognano i vescovi della Campania per le nostre chiese intravvedendo tra le righe di Francesco la pastorale del “corpo a corpo” quella capace di avvicinare le persone, e di mostrare loro il volto vero della Chiesa che ama, accoglie, sa guardare negli occhi i suoi figli e sa osare proposte nuove, intelligenti.
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