Don Salvatore Di Chello
Paolo Vitale
Evangelizzare non è discutere “strategie di marketing”, ma seminare e testimoniare. La nostra intera esistenza è fatta di tracce dell’Amore Divino impresse nella nostra vita da “quel sacerdote”, dal catechista o da quella persona di fede che ha saputo dirmi che Gesù è “quel di più” che mi rende speciale.
Parte da qui l’iniziativa della Diocesi di Alife-Caiazzo tramite il Servizio diocesano per la Pastorale giovanile che il vescovo Mons. Di Cerbo ha affidato al sacerdote don Salvatore Di Chello e al seminarista Paolo Vitale. Insieme, da una settimana, sono in tour presso gli Istituti superiori del territorio, dopo i contatti tra l’Ufficio scuola diocesano, le insegnanti di religione e le Dirigenze scolastiche, per sperimentare tra i giovani l’effetto di una Chiesa in uscita.
Le scuole finora raggiunte (Istituto Tecnico Industriale, Tecnico Commerciale e Liceo), hanno aperto le loro porte con cordialità ed entusiasmo rinnovando l’invito ad essere Chiesa sempre più presente tra i giovani, nei luoghi che essi frequentano. Il dialogo nelle assemblee di classe o quelle d’isttuto ha fatto emergere non il disinteresse dei giovani nei confronti di Cristo e della Chiesa, ma tanta disinformazione e il conseguente “guardare altrove” o voltare le spalle da parte dei ragazzi. Il “lavoro” nelle scuole non è stato quello di dire, parlare, ma ascoltare quel grido che non è così lontano da quello delle folle del Vangelo ”Gesù, figlio di Davide abbi pietà di me”: è lo stesso appello – spesso inascoltato – che risuona alle orecchie attraverso i drammi che vivono numerosi giovani nel nostro territorio.
È il tempo in cui la Chiesa faccia silenzio per ascoltare, si faccia compagna del prossimo…susciti domande curiose, domande di senso, e liberi in ciascuno il desiderio di raccontarsi e dire di sé i sogni, le ambizioni che porta dentro; e liberi iniziative, idee, parole intelligenti.
Non è difficile intuire che molti tra i ragazzi incontrati cerchino Dio, direttamente o indirettamente, a partire da quel desiderio di felicità che si legge nei loro occhi: la responsabilità di un educatore, di una guida è quella di saperli indirizzare verso il senso della vita e a saper scegliere.
E se stessero cercando proprio lui, Gesù Cristo?
Non è più tempo di dire “venite”, ma il tempo di dire “andiamo” e “perdere tempo” per loro… per abbracciare, per ascoltare il racconto della loro vita perché cercano un cuore che sia per loro.