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Il Vangelo di Gesù Cristo che chiede meno ambiguità

Il primo giorno dopo il sabato... La riflessione di don Andrea De Vico continua ad accompagnarci nel Tempo di Pasqua

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A cura di don Andrea De Vico
Anno A – II Domenica di Pasqua (Gv 20, 19-31)

“La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù e disse loro: ‘Pace a voi!’ ”

I discepoli sono sconvolti, tutto è successo tutto nel giro di pochi giorni: l’ingresso trionfale in città, la cattura nella notte, un processo ingiusto, una via dolorosa, una morte ignominiosa e una sepoltura in tutta fretta, per l’imminenza della Pasqua ebraica. Poi il silenzio della tomba e la faticosa ricomposizione del gruppo. Il giorno dopo la festa, di buon mattino, è ancora buio, Maria di Magdala scopre il sepolcro vuoto. Vede il Risorto e lo dice ai discepoli, che restano ulteriormente sconcertati. Sempre una donna, il coraggio dei primi passi! Una giornataccia: passano il resto del tempo chiusi dentro, erano Galilei e forestieri in Gerusalemme, per cui temono rappresaglie da parte di chi aveva fatto uccidere Gesù. Finalmente, a sera, anch’essi la visione del Risorto! La scena si ripete otto giorni dopo, sempre chiusi in casa, sempre intimiditi, il medesimo indirizzo di pace, lo stesso invito a riprendere fiducia. Un manipolo di gente sui quali Gesù alita il suo spirito, offre la sua pace. Erano uomini di mestiere, pescatori “laici”, gente per niente esperta di cose sacre. Eppure ne sono bastati dodici per cambiare il mondo.

Oggi ci sono dei preti che – come don Afflitto – si lamentano per le Chiese sempre più vuote, comunicando un senso di frustrazione che finisce per paralizzare anche i pochi coraggiosi che sono rimasti. E ci sono dei cristiani che vanno a Messa con la sindrome dei sopravvissuti, come se cercassero scampo in un mondo ostile, come gli Apostoli nel Cenacolo a porte chiuse. Intanto viene il Signore e dice: “non abbiate paura, andate! Come il Padre ha mandato me, così io mando voi!” La Chiesa scaturisce dalla resurrezione: se oggi ci riuniamo ancora, è per ascoltare l’insegnamento degli Apostoli, per mettere in comune beni spirituali e materiali, per la frazione del pane e per la preghiera perseverante. La perseveranza implica che la vita del cristiano non sia la vita di una stagione o l’espressione di un momento privilegiato. Ci sono cristiani che pensano con nostalgia: “quando cantavo in Chiesa” “quando facevo parte dell’azione cattolica” “quando servivo messa (e facevo dispetti al prete) …” E poi? Tutta qui la tua esperienza di fede? Nient’altro da ricordare?

Tommaso è detto “Didimo”, cioè “gemello”, “doppio”, un concetto negativo, come per dire: doppia faccia. E’ discepolo di Gesù, ma le sue pretese sono più importanti della fede. E’ lui che detta le condizioni. Invece di avere fiducia e dare credito al racconto degli altri dieci, tende a far prevalere la sua opinione personale. Difatti la stragrande maggioranza dei fedeli attuali è come lui: sono più “opinionisti” che “fedeli”: “io penso, io credo, io voglio”. Tommaso non è costante alla frequentazione comunitaria, ma quando è presente, fa sentire il suo peso. Proprio come questi buoni cristiani che fanno valere il diritto di dire la loro, ma quando si tratta di rimboccarsi le maniche è un altro discorso. Tommaso è simbolo di doppiezza e ambiguità nella vita di fede. Non è un onore paragonarsi a lui. Nel Cenacolo è chiaro che la fede non è individuale, ma un fatto di comunità. Tommaso viene reintegrato nel momento che si trova insieme agli altri: vede e riconosce il risorto.

In Chiesa ci sono paure, chiusure, sfilacciature, defezioni, assenze, abbandoni … ma è qui che il Risorto si fa presente. Il gruppo dei dodici rinchiusi, a porte sbarrate, la dice lunga sulle comunità che si ripiegano su sé stesse, per la paura delle minacce del mondo esterno, per l’incapacità di sostenere iniziative vitali, o per la paralisi che viene da un atteggiamento difensivo. Una comunità così conciata ha bisogno di risorgere: solo Lui può compiere il miracolo e mettere la pace al posto della paura! Qui inizia la missione!

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