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Alife. Tutti i volti del dissesto finanziario

Uno sguardo alle voci che dalla Corte dei Conti mettono sotto accusa il Comune di Alife, confermando il dissesto finanziario quale unica strada possibile per l'Ente

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La relazione di deferimento che Francesco Sucameli, magistrato della Corte dei Conti, ha redatto per la Procura dello stesso Organo, dopo la dichiarazione di dissesto dell’amministrazione comunale di Alife, fa riferimento – tra i diversi punti – alla incertezza del disavanzo e alla violazione del principio di pareggio del bilancio cui sono tenuti i comuni.

L’“inattendibilità dell’ambiente d’indagine e l’incompletezza delle segnalazioni e della base dei dati di controllo” fanno dei 7milioni e mezzo di disavanzo, l’accusa principale dell’indagine della Corte dei Conti. A tanto ammonta la cifra dichiarata in Consiglio comunale la Domenica della Palme e pare sia destinata ad aumentare, come pure risulta complicato che la stessa cifra sia facile a dettagliarsi nelle sue specifiche voci.

Si parte da un punto chiave: il Comune di Alife dal 2012 non ha inviato il dato Sirtel alla Corte dei Conti. Questo dato rappresenta il Sistema Informativo di rendicontazione telematico degli enti locali e comunica alla Corte dei Conti l’omogeneità, la completezza e l’affidabilità dei dati contabili di un Comune. L’invio dei dati è a cura del funzionario responsabile del servizio economico-finanziario del comune.

Un altro dato mancante alla Corte dei Conti, come spiega Sucameli, è il dato Siquel ossia il sistema informativo di questionari degli enti locali e permette al Revisore dei Conti del Comune di inviare i questionari relativi ai bilanci di previsione e consuntivi di ogni Comune. Questa azione di invio è curata, appunto, dal Revisore dei conti.

I dati Siquel vengono incrociati con i Sirtel dalla Corte dei conti e permettono alla corte all’Organo di rilevare criticità, errori, incongruenze nei bilanci.

Chi non trasmette questi dati omette un obbligo di legge con il rischio di mostrare un bilancio falso. Ci sarebbe da chiedersi se i revisori del Comune di Alife si siano preoccupati di controllare la veridicità dei dati (Sirtel) comunicati dai funzionari del Comune, piuttosto che il mancato invio dei dati –Siquel-di loro competenza. In effetti, la legislazione italiana fa di un Revisore la figura di riferimento della Corte dei conti e non l’ “amico” del sindaco di turno con cui andare sottobraccio, perciò la scelta dell’organo di revisione è, oggi, affidato ad un sorteggio in Prefettura, e non alla elezione da parte della maggioranza politica del Comune.

Un’altra domanda da porsi è la seguente: la Corte di Conti che è a conoscenza di presunte irregolarità del Comune di Alife dal dicembre 2009, che cosa ha fatto in tema di ispezioni, controlli, verifiche di attendibilità dei dati sui conti di questo Comune che solo oggi ad essa appare dissestato?

Il secondo punto, che Sucameli ritiene la causa principale del suo deferimento riguarda i residui attivi del Comune: entrate programmate non attendibili. Gli incassi del comune sono sovrastimati sia nel bilancio di previsione sia negli accertamenti per cui l’ente alifano risulta inadempiente a pagare le spese programmate. Nello specifico del deferimento si legge che la “riscossione del Comune di Alife è gravemente compromessa determinando una diffusa e dubbia esigibilità ed in alcuni casi evidenziano dubbi sulla stessa sussistenza del titolo”. Infatti il dato sulla riscossione è al di sotto del 50per cento, quello delle entrate si ferma al 24per cento. Per le tasse quali Imu, tasi e Tari il comune di Alife si affida alla società GEROPA mentre la riscossione dei tributi minori è affidata alla Pubblialifana.

Il 4 maggio, il Sindaco di Alife dovrà rispondere ai quesiti che la Corte dei Conti porrà anche su questi temi.
Nel frattempo al piccolo Ente giungono richieste di ulteriori pagamenti per impegni che il Comune avrebbe preso con diversi creditori senza la possibilità di poter coprire le spese. Ancora altri sono i volti di questo dissesto, che continueremo a raccontarvi.

 

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