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Alife. 4 maggio 2017, da domani tutto cambia?

Domani la convocazione del sindaco Salvatore Cirioli alla Corte dei Conti per riferire sui motivi del Dissesto finanziario dichiarato lo scorso 9 aprile. Ecco gli altri particolari

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Le vicende della politica alifana sono sempre all’attenzione per la drammaticità e peculiarità.
Ad oggi, mentre da un lato sembrano allargarsi le lacerazioni all’interno della maggioranza, domani 4 maggio, il Comune dell’Alto Casertano è chiamato presso la Corte dei Conti per rispondere delle irregolarità contabili di cui si è già parlato. Intanto, continuano ad emergere particolari sulla istruttoria che il magistrato Sucameli ha predisposto per la Procura regionale della Corte di Conti.

Se da un lato il tema della riscossione e quello più in generale delle entrate rappresenta “la ragione principale” del deferimento del Comune, nelle voci inquisite si nota come il Comune fosse in contraddittorio con le più elementari regole di bilancio.
Infatti, una delle Società di riscossione tributi, anziché far accreditare i proventi delle suddette riscossioni su un conto corrente intestato al Comune di Alife, così come previsto dalle norme, le fa accreditare su un conto di cui è essa stessa intestataria. Ciò significa che tale Ditta si sarebbe autoproclamata “tesoriera di fatto”, con “il rischio di esporre le risorse del Comune di Alife alla responsabilità e ai rischi” nei confronti dei suoi stessi creditori e cioè alle incognite che ogni azienda affronta nel mercato. Sembra una piccolezza ma è rappresentativa di un costume usuale nel comune alifano. A dicembre 2016 sarebbero stati prescritti circa 72mila euro. La Società di riscossione tributi non ha inviato le cartelle con raccomandata ai debitori e quindi con i ritardi della corrispondenza a tutti nota, quei crediti sono diventati inesigibili.

Un altro punto che evidenzia il giudice istruttore è il mancato rispetto del saldo di finanza pubblica per cui l’obiettivo del pareggio di bilancio sarebbe stato raggiunto grazie ad un artifizio contabile. Infatti, nelle previsioni del recupero di evasione di IMU, ICI, TARSU e Rifiuti del milione e 400mila euro previsti sono stati incassati solo 52mila euro. La diretta conseguenza è che per le attuali disposizioni stringenti sul bilancio, il Comune subirà “un pari taglio di trasferimenti da parte del Governo centrale”.

Infine, ma certo non per ordine d’importanza, Sucameli, denuncia l’irregolare gestione dei fondi del Decreto legge n. 35/2013. Questo provvedimento legislativo  è finalizzato al pagamento delle imprese che subivano ritardi per attività svolte per conto delle pubbliche amministrazioni. Di fatto, con la crisi economica, molte aziende si sono trovate in difficoltà proprio perché non riuscivano a fare pagamenti, anche di tasse, mentre allo stesso tempo non venivano pagate per lavori eseguiti alle pubbliche amministrazioni.

Degli 8milioni di euro ricevuti dalla Cassa Depositi e prestiti, per saldare i debiti verso le aziende, solo 2 milioni e mezzo risultano regolarmente rendicontati. Precisamente, tali pagamenti dovevano farsi con le dritte individuate dalla normativa: innanzi tutto far confluire i fondi su un conto deposito ad hoc per un più semplice controllo e per garantire la salvaguardia degli stessi da sequestro e pignoramento da parte dei creditori; evidenziare la certezza, la liquidità ed esigibilità dei debiti al 31 dicembre 2012; che gli stessi pagamenti venissero fatti entro trenta giorni e resi pubblici. Da quello che emerge, invece, “non vi è traccia in entrata ed uscita, né elenchi, né ricevute per i debiti pagati, né che sia stato creato un deposito corrispondente”.

Questo significa che Cassa Depositi e Prestiti può richiedere la restituzione dei prestiti concessi, come infatti già avvenuto per 650mila euro. Se ciò dovesse avvenire, Alife avrebbe un altro debito di circa 5 milioni di euro. Per tutti questi motivi la strada del predissesto si conferma nella sua impraticabilità e la data del 4 maggio può rappresentare l’inizio di un cammino, certo difficile, ma almeno chiaro, duro ed in salita ma altrettanto richiedente tenacia e perseveranza.

Forse gli amministratori, qualunque essi siano, saranno costretti a dire tanti “no” ai cittadini, ma se tutti i cittadini saranno trattati in modo uguale, quei “no” – invito legittimo al rispetto delle Leggi – significheranno la base di un’Alife nuova.

Il futuro ci dirà il resto.

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