Pietro Mancini
Nel piccolo borgo di Squille, frazione di Castel Campagnano, il 9 luglio si terrà la VII edizione della “Festa dell’Agricoltura” presso i poderi dell’azienda agricola dei fratelli Mancini che assieme ad amici e contadini del territorio ripropongono un evento ideato nel 2012 dal circolo Anspi “Domus Amicitiae”.
Quest’anno il focus si concentra sui prodotti agricoli del territorio, in particolare vino, olio, pane e legumi. Interverranno esperti del settore, rappresentanti delle associazioni di categoria, medici – pediatri, amministratori locali.
Del resto, una comunità locale non può dismettere il suo patrimonio e le sue vocazioni, né astenersi dal trasmettere alle generazioni future il senso dei legami profondi come quello tra uomo-natura-terra.
Negli ultimi venti anni si è assistito ad un ritorno all’agricoltura, con la presenza di nuovi insediamenti agrituristici e enogastronomici “a trazione giovanile”.
La sinergia istituzionale risulta perciò fondamentale nel creare le condizioni per una rigenerazione dell’ambiente in senso sostenibile, per riproporre la centralità delle relazioni umane oltre i modelli economici e di sviluppo nonché per garantire all’agricoltura ed al tema delle risorse essenziali una degna cittadinanza e rappresentanza nel dibattito pubblico.
Non può allora sottacersi che l’iniziativa proposta a Squille abbia forte interesse culturale e sociale, non solo perché si tende a coniugare passato e presente, attraverso un excursus alla riscoperta della tradizione contadina, ma anche per la capacità di pubblicizzazione del territorio con la presenza di vetrine espositive delle ricchezze del territorio.
Al ritmo di storia, racconti, scenografia folclore, in particolare con la rievocazione storica in costume e mezzi d’epoca della mietitura e della trebbiatura, Squille si veste da polo attrattore per quanti sono interessati ad una connessione con la tradizione, con i temi della qualità della vita, della salute, e della corretta alimentazione.
Non è pensabile disperdere quel patrimonio di cultura che i nostri nonni ci hanno trasmesso nei racconti. L’agricoltura può ritornare ad essere centro di sviluppo per la nostre comunità, in sintonia con la vocazione ed il rispetto del territorio solo laddove, in ogni comunità, ciascuno per il proprio ruolo, sarà capace di immaginare un futuro ed un nuovo orizzonte di benessere, sviluppo e rispetto della terra.