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Alife. L’appello del Vescovo: “Non c’è progresso senza impegno morale civile ed economico”

In occasione del messaggio alla città per la Festa di San Sisto, l'esortazione agli alifani e una preghiera al Santo per i giovani, i sacerdoti, le famiglie, gli imprenditori, i politici

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Appello forte alla città di Alife, ieri sara, in occasione del messaggio che il Vescovo puntualmente dona agli alifani in uno dei momenti più solenni della festa di San Sisto, quello alla “Cappella fuori le mura“, luogo del primo arrivo delle reliquie del Patrono nel lontano 1131.

Messaggio che si pone alla fine di un percorso, durato tutto il novenario, sul tema della comunione, della condivisione, dell’esperienza di essere comunità lì dove il “noi” vince ogni individualismo, ogni personalismo in nome della condivisione, del rispetto, di una compartecipazione all’unico grande impegno: la testimonianza del Vangelo.
A fare da filo conduttore in queste sere, sempre guidate dal Vescovo Valentino, l’icona della SS. Trinità del monaco russo Rublev, sintesi artistica e teologica del mistero di amore tra Padre, Figlio e Spirito Santo nelle vesti dei tre angeli alle querce di Mamre.

Parole quelle del Vescovo che vanno dritte al cuore della città, a rivelare ancora una volte alle vicende che negli ultimi mesi hanno impresso profonde ferite nel tessuto sociale e morale di Alife (Leggi la versione completa): “Abbiamo scoperto lati oscuri della nostra città che talora ci hanno fatto vergognare di essere alifani. Soprattutto in questi momenti abbiamo notato che troppo spesso Dio è stato messo tra parentesi nelle aspirazioni e nei comportamenti dei cittadini di questa Terra”. La cronaca alifana è nota a tutti, dentro e fuori i confini della città; per settimane intere, e in diverse occasioni, ne hanno parlato i giornali, è stato il commento quotidiano delle famiglie, dei cittadini spaesati di fronte alla vicenda del dissesto finanziario dichiarato dall’Amministrazione comunale, dai ripetuti incendi auto in sosta, dalle indagini giudiziarie che hanno coinvolto esponenti politici locali, dal caso delle centinaia di loculi sequestrati e il rinvenimento di cadaveri senza identità e adeguata sepoltura.

Tanto basta a far riflettere il Pastore su quale sia la “peste” che allora come oggi, fa morire la città e ne decima non più i corpi ma le anime, corrompendole nei sogni, nelle aspirazioni, impoverendone ogni speranza per il futuro.

“Caro San Sisto”, prosegue così il pensiero di Mons. Di Cerbo offrendo una preghiera per la sua città.
Una richiesta particolare per i giovani “apri il loro cuore alla gioia di donarsi e di sognare, aiutali a seguire con generosità l’esempio degli alifani migliori”; ancora aiuto e sostegno per gli ammalati e i poveri “fa’ che nessuno si volti dall’altra parte di fronte alla loro condizione”.

Gli agricoltori, i professionisti e le varie categorie di lavoratori: anche per loro una preghiera e l’esortazione ad essere per Alife occasione e motore di progresso morale, civile ed economico “affinché esso non sia costruito a vantaggio di pochi sule lacrime e il dolore di alcuni”.
In ultimo appello ai politici della Città, ad essere insieme per il bene comune, a non calpestare e calpestarsi ma guardare avanti, e al futuro della comunità: “Aiutali ad impegnarsi nell’arte difficile del dialogo e nella scelta senza tentennamenti del primato del bene comune” per servire onestamente e generosamente il presente e costruire il futuro.

A breve il video della serata.

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