Il triste spettacolo di monti e vallate distrutte dal fuoco, che si ripete ignobile ogni anno, non ha risparmiato nemmeno il monte Cila di Piedimonte Matese. Infatti, lo scorso 14 agosto ne ha fatto le spese anche la secolare montagna prospiciente il capoluogo matesino, che custodisce ancora intatte le mura di origine sannitica, scatenando lo sdegno dell’intera comunità locale.
A farsene portavoce è l’associazione culturale Cuore sannita che da quasi un decennio si preoccupa di garantire la conservazione e la fruibilità di questo straordinario sito archeologico. In una nota appositamente diffusa, il presidente dell’associazione Giuseppe d’Abbraccio scrive:
“E’ l’ennesimo atto di vandalismo al Monte Cila. Dopo il tentativo dello scorso giugno, andato a vuoto per il pronto intervento di alcuni volontari, abbiamo assistito nella giornata del 14 agosto ad un ulteriore atto vandalico. Sarebbe più corretto dire l’ultimo della serie di atti vandalici. Il fuoco ha interessato la parte centrale del Cila (Vallicella) danneggiando pesantemente la zona ove insiste un antico sentiero che conduce alla cima, in prossimità delle proprietà De Angelis, Aiello e Di Matteo. La caduta di qualche masso avvalora la tesi che il terreno è ormai divenuto talmente friabile da non reggere i blocchi allocati. La situazione, in caso di pioggia abbondante, potrebbe degenerare arrecando serissimi danni. Come l’incendio di giugno aveva reso particolarmente friabile il terreno che sostiene la parte iniziale del breve tratto murario di epoca sannitica posto a quota 260 m. circa, oggi ci troviamo innanzi ad una nuova serie di pericoli creati da sconsiderati incendiari. Fortunatamente l’incendio ha solo lambito, fermandosi qualche metro prima, la seconda cortina muraria nel punto ove passa il sentiero verso l’apicale (quota 4360 m. circa). Più problematica la situazione relativa al sentiero che, bruciato in buona parte, seppur leggibile, presenta innumerevoli frane, grandi e piccole, che ne hanno letteralmente modificato il piano di calpestio. Ancor più grave la situazione delle frane verificatesi nel punto ove il sentiero, che si snoda tra i due muri che formano il terrapieno, giunge nella curva posta sulla casina gialla. I muri che contengono il sentiero, permettendo di superare agevolmente la piccola valletta (Vallicella), presentano almeno due frane di discreta dimensione che potrebbero richiedere interventi massicci atti ad evitare eventi franosi futuri. Ciò perché il sentiero si trova in quel punto a poche decine di metri dalla strada nel punto in cui la gola convoglierebbe eventuali frane verso la strada. Come recuperare il sentiero che ha visto passare una storia ultramillenaria? A giugno evidenziammo il mancato funzionamento delle telecamere poste nei pressi della casina del parco; il punto del nuovo incendio, posto peraltro a ridosso della abitazione Argentino rende ancor più difficile identificare gli autori di tali gesti che, diversamente, potrebbero essere facilmente identificati. La nostra passione ed il nostro impegno, come quelli dei tanti che hanno amore per la propria terra, non verranno certamente fiaccati da tali comportamenti ma sembra ancor più necessario ripristinare le telecamere esistenti apponendone di nuove. Nel mentre, provvederemo a ricontattare gli Enti competenti sperando, ancora una volta, di poter preservare il nostro patrimonio storico. L’occasione è utile per ringraziare il Presidente Scuncio per la solerzia mostrata a Giugno. Preservare la propria storia è esercizio di cultura. Un popolo civile si riconosce dall’amore e dal rispetto per la propria terra. Un popolo civile, appena civile, non accoglie tra le proprie fila piromani ed incendiari. Un popolo civile segnala chi compie tali ignobili reati. Restiamo in attesa di segnalazioni. Nel frattempo restiamo vigili, tutti.”