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Caiazzo, non più periferia ma il centro del mondo grazie alla pizza di Franco Pepe

Occhi puntati sul piccolo borgo dell'Alto Casertano: un continuo via vai di curiosi, appassionati di pizza, famiglie, imprenditori. La pizzeria "Pepe in grani" continua a riscuotere consensi grazie alla ricerca e alla passione artigiana del maestro pizzaiolo Franco. In un convegno il suo racconto

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Non è mai la solita pizza, ma un susseguirsi di innovazione, ricerca, risultati che non tradiscono il principio da cui il maestro Franco Pepe è partito: quel subbuglio sensoriale che non fa dimenticare il sapore, la consistenza, il profumo della sua pizza.

Ambasciatore italiano del Gusto; consulente esperto al tavolo delle Politiche agricole del Governo nazionale; “numero uno al mondo” sulla guida di Daniel Young “Where to eat pizza”; miglior pizzeria la sua, per la rivista online “50 Top Pizza”; per la Città di Caiazzo è il protagonista del risveglio economico locale grazie alla sua pizzeria Pepe in Grani sempre piena di clienti con una logica ricaduta di clienti per molte attività commerciali del centro storico.
Un encomio quest’ultimo che gli è venuto proprio dal sindaco Tommaso Sgueglia in occasione del convegno organizzato dallo stesso Pepe nel teatro comunale di Palazzo Mazziotti “Non solo materia prima ma anche mestiere”.

Non un’accademica tavola rotonda ma una chiacchierata tra appassionati di cucina, terra e innovazione: occasione per raccontare che “pizza” non è solo buon impasto e prodotti di qualità, ma soprattutto capacità di sintesi di tutto questo.

“Sento il peso di una responsabilità che mi chiama a non deludere il cliente: da qui la necessità di imparare ogni giorno ad essere migliore”, si racconta così l’artigiano della pizza Franco Pepe, con la pretesa di migliorarsi e al contempo di offrire una strada ai tanti pizzaioli italiani spianata non solo dal sogno di un guadagno o di un prestigio, ma dai risultati che studio e conoscenza possono garantire.
E ritorna una delle denunce più frequenti del maestro caiatino, quella che segnala – nel nostro Paese – l’assenza di una scuola per maestri pizzaioli dove imparare l’impasto è solo uno dei processi di crescita.
Il suo percorso di studi, infatti, oggi porta Pepe a realizzare una nuova pizza realizzata con grano monococco a basso livello di glutine e quindi con vantaggio digestivo e nutrizionale: con lui in questa ricerca ci sono l’Università di Brescia, il Molino Piantoni, lo chef Fabio Abbattista ora in servizio all’Abereta, il nutrizionista Henri Chenot che ormai pensa di metterla nel suo menu.
A Pepe il merito di aver suscitato una nuova passione per la terra e i suoi prodotti soprattutto nei tanti che in Alto Casertano hanno ripreso il lavoro agricolo di genitori e nonni ai quali il pizziaiolo ha dato merito anche con le sue pizze. Lui però ha scelto una pizza non ha “chilometro zero ma a chilometro buono” ecco perchè le sue mani oggi “raccolgono” in tutta la Campania prodotti genuini ed esclusivi.

Dalla periferia al centro: questa la filosofia che ha scatenato Pepe in grani.
In un contesto fortemente globalizzato che mette in scena e celebra solo alcuni luoghi e i contesti più noti, un vicolo di Caiazzo oggi è diventato motore di una rivoluzione destinata a non arrestarsi. Da qui l’idea di nuova pizza ha raggiunto il mondo intero, e qui la gente accorre perchè vi trova un mondo di sapori e di bellezza.

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