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Alife. Senza acqua, senza politici, senza cittadini

Un'assemblea pubblica per decidere cosa proporre alla Regione Campania in risposta al faraonico progetto di una nuova condotta idrica troppo costosa e troppo lontana nel tempo

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Indignazione, ma anche rassegnazione, ma anche molte assenze: questo il quadro alifano di fronte al caso “acqua” sottoposto all’attenzione della cittadinanza dal gruppo politico Uniti per Alife la scorsa settimana.

Completamente in salita la strada verso la risoluzione del problema: in città manca stabilmente l’acqua a causa della fatiscente condotta idrica che giunge da Piedimonte Matese. La struttura in cemento amianto, ormai obsoleta, non è più in grado di sostenere la portata d’acqua, cedendo continuamente e necessitando di costosissimi rattoppi (8mila euro a giunto per ricucire i tubi).

In sala consiliare un confronto che ha avuto anche il sapore della rassegnazione e della certezza che la politica regionale – cui competono i lavori tra l’altro già progettati ad ottobre 2016 – sia lenta, o non abbia compreso fino in fondo la necessità e il diritto che vantano i cittadini di Alife.

A promuovere la discussione il medico Salvatore Cirioli che da sindaco – nell’ultima amministrazione cittadina, prima dello scioglimento del Consiglio comunale – ha intrapreso con il suo gruppo una serie di battaglie, anche legali, per far fronte all’emergenza.

Ad oggi pochi risultati se non l’appoggio e l’ennesima manifestazione di solidarietà da parte di più politici pronti a far leva e a farsi megafono nei confronti del Consiglio Regionale e di Acqua Campania, ente gestore della rete.

Pochi i cittadini presenti all’incontro pubblico; pochissimi quelli che hanno preso la parola: indignazione e rassegnazione vincono sulle proposte e sulla coscienza che le soluzioni sono dal basso, da azioni collettive senza distinzioni di colori e tendenze politiche. Presenti, dal fronte politico, il consigliere provinciale Gianluigi Santillo, il sindaco di Sant’Angelo d’Alife per manifestare pieno appoggio ad ogni proposta che da Alife si possa muovere ma anche a portare l’esempio di come l’amministrazione santangiolese abbia risolto il problema del deficit acqua (seppur il piccolo comune abbia diversa e migliore autonomia nella gestione); ha poi preso la parola Massimo Grimaldi (Forza Italia) esponente di minoranza in Consiglio Regionale e componente della Commissione consiliare “Ambiente”: “Mi farò promotore già a partire dai prossimi giorni di un tavolo di confronto in Regione con Acqua Campania, gestire della rete di adduzione che tanti disagi sta creando fino a lasciare a secco l’intero territorio cittadino, e sono convinto che non mancherà il sostegno degli altri colleghi consiglieri regionali così da affrontare insieme e risolvere definitivamente una problematica assurda”.
Queste le parole cui si spera di poter dare seguito con impegni concreti.

Da parte di Cirioli e di Uniti per Alife e dei cittadini che hanno condiviso l’iniziativa/protesta, la volontà di dimostrare alla Regione Campania che il progetto di rifacimento della conduttura, pari ad un importo di 8milioni di euro, potrebbe essere realizzato prima e a costi più vantaggiosi: il mega progetto che la Regione garantisce di far partire entro la primavera, andrebbe ad insistere sul tratto viario principale che collega Piedimonte Matese ad Alife e ai comuni dell’area creando tra l’altro disagi alla viabilità; la proposta del gruppo ricadrebbe invece su lavori di sostituzione delle tubature nel tratto già occupato da queste, a margine della Strada Nazionale.
Proposte che attendono di essere ufficializzate e rilanciate agli organi competenti della Regione e poi sostenute da quella politica che nelle persone degli onorevoli Gennaro Oliviero, Alfonso Piscitelli e Franco Alfieri hanno anch’essi manifestato sostegno.

Il rischio è che l’avvio di lavori di simile portata renda molto lenta ogni risoluzione e gli alifani potrebbero andare incontro alla prossima estate rimanendo ancora senza acqua. Urge alzare la voce e a farlo per primi devono essere i cittadini, in numero maggiore rispetto ai pochi presenti in sala consiliare. E se le responsabilità civili vanno condivise, e se l’esperessione “bene comune” torna in uso solo in campagna elettorale, è il caso che si ridesti il valore di queste parole in chi, pur avendo l’acqua perchè ha installato in casa un serbatoio, tenga presente che l’acqua – senza serbatoio – rimane un diritto.
Cosa frena la partecipazione?
Cosa ha frenato quei tanti che neppure hanno risposto all’appello di apporre una firma per l’acqua la scorsa primavera?
Rimangono le domande, e ancora poche risposte sull’iter di un progetto atteso e ancora non ufficializzato.

 

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