Terrae Motus, il primo pub al mondo a coltivare grani autoctoni, a molirli e panificare direttamente: “parliamo di antico ma siamo attualissimi”: si alza la voce sulla necessaria libertà di custodire i grani antichi e tutelare la filiera corta contro la gestione e produzione esclusiva di una sola società.
Ne parla per noi, con il testo che segue, l’agronomo Vincenzo Coppola, gestore insieme a Mario Cipriano e Carmela Acanfora dell’agripub Terrae Motus nel centro storico di Caiazzo.
Altragricoltura, LiberiAgricoltori e Sindacato cerealicoltori (Sicer), il 20 dicembre, si sono dati appuntamento nella Sala della Camera dei deputati per denunciare il rischio trasparenza per il settore cerealicolo italiano.
Sis (Società italiana sementi), si è aggiudicata per quindici anni la produzione, certificando in esclusiva, della varietà antica di frumento duro Senatore Cappelli (clicca per approfondire sulla tipologia di questo grano, ndr).
Il 30 giugno 2016, infatti, sul portale del Crea di Foggia – responsabile della conservazione in purezza del frumento duro Cappelli, al quale sono riconducibili i diritti del costitutore e i diritti patrimoniali derivanti dallo sfruttamento della varietà – viene pubblicata una manifestazione di interesse rivolta alle ditte sementiere interessate ad acquisire, in esclusiva, i diritti di moltiplicazione e commercializzazione della cultivar di granoduro, denominata Cappelli.
In quindici giorni – la chiusura della manifestazione di interesse era prevista per il 15 luglio 2016 – la Sis si sarebbe aggiudicata la licenza esclusiva di moltiplicazione e commercializzazione della varietà di grano Cappelli stipulando, nel frattempo, con gli agricoltori, accordi che prevedono precisi obblighi a carico dei coltivatori relativamente alla consegna della totalità della granella prodotta, la quale verrebbe, secondo tali accordi, destinata in quota parte alla riproduzione in purezza e in quota parte al mercato della trasformazione.
Il grano duro Cappelli è ancora coltivato dopo quasi un secolo, in particolare nel meridione d’Italia (Puglia, Basilicata, Sardegna, Sicilia) con estensioni nelle Marche, Abruzzo e Toscana, serve a produrre pasta di qualità superiore, pane e pizza, nicchia che si va sviluppando insieme agli altri grani antichi e che genera sempre più un mercato interessante in cui qualcuno, però, vuole fare il monopolista.
La SIS, a seguito del bando, considera “cosa loro” la genetica di un grano antico patrimonio di tutti! Che peraltro ha nutrito il mondo! Quel miracolo italiano appartiene “a tutti” e non può essere prerogativa di pochi.
Noi di Terrae Motus agripub anche se occupandoci di sola ristorazione, abbiamo intravisto da tempo il pericolo che avrebbero corso i grani antichi quindi abbiamo deciso di andare controcorrente e utilizzare una filiera cortissima che parte dal seme e si conclude con il pane. Avvertiamo tanto l’interesse dei grossi gruppi sui grani antichi e per questo ci definiamo loro custodi. Trascorrere una serata nel nostro locale vuole dire essere custodi con noi e difenderci dalle logiche monopolistiche dei brevetti sui semi.