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Caiazzo sotto le bombe. 27 gennaio, un’altra “giornata della memoria”

Quella del 27 gennaio è per la comunità caiatina una data di dolore e morte: sotto le bombe americane caddero le case e diversi cittadini; solo un mese prima un'altra strage, per mano nazista , aveva sottratto la vita a 22 innocenti

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Ilaria Cervo* – In famiglia si è sempre parlato del tragico bombardamento che subì Caiazzo il 27 gennaio 1944 legandolo all’episodio che aveva visto coinvolti lo zio sacerdote, don Pasqualino Cervo, all’epoca parroco della Cattedrale, con un gruppo di bambini che si preparavano alla Prima Comunione.

A noi piccoli, che ascoltavamo sempre con stupore e spavento tutto ciò che era legato alla guerra (che negli anni 70 era sì lontana nel tempo, ma non poi così tanto…), veniva “alleggerito”  il racconto del bombardamento usando quello di “Zì Pascalin” che, quando gli aerei alleati sganciarono le loro bombe su Caiazzo, era in chiesa a fare catechismo e, come è piuttosto ovvio che sia, aveva parlato di Gesù, del suo amore, della sua grandezza e della meraviglia di ritrovarsi un giorno con Lui in Paradiso… Ebbene, si legge ne “L’autunno di Montalba”(ed. 1998): Improvvisamente, sulla terra, (…), piovvero delle bombe made in Usa (…). Lo scoppio degli ordigni, troppo vivo ancora nel ricordo di quei ragazzi che si preparavano per la Prima Comunione, sbandò la compagnia, e subito tornarono in mente i nascondigli del vicino ’43. Il parroco tentò di evitare quel fuggire alla cieca, e nel disperato tentativo di trattenerli, si trovò drammaticamente di fronte alla più tragica delle verifiche, mai operata da un maestro nei confronti dei discepoli, a lezione appena ultimata.
“Non fuggite – gridò, mentre già i calcinacci piovevano dalle arcate. – Non fuggite: tra poco ce ne andremo tutti in paradiso”.
“Nun ce vulimmo venì!” risposero voci da più parti della cattedrale (…) “Nun ce vulimmo venì!”
Una risposta da indurre Iddio stesso a un esame di coscienza.

Purtroppo in Paradiso quel giorno andarono diversi bambini e diversi adulti, 20, che si aggiunsero ai 22 che solo pochi mesi prima erano stati trucidati a  Montecarmignano dai nazisti e a tutti gli altri che avevano perso la vita per mano nemica.

Questo modo “leggero” di farci conoscere i fatti della guerra mi fa pensare al papà de “La vita è bella” di Benigni, che cerca di trasformare in un gioco ciò che di gioco non aveva assolutamente nulla per difendere l’innocenza e la spensieratezza del suo bambino senza per questo sminuire la portata tragica di quanto avveniva intorno.

Noi bambini ridevamo di gusto a quel “Nun ce vulimmo venì”, per poi smettere e rattristarci appena dopo, quando ci veniva detto che alcuni di quei bambini in paradiso ci andarono per davvero e i loro genitori non li rividero più…
Il caso ha voluto che il 27 gennaio dell’anno successivo si ponesse fine all’orrore dei campi di concentramento. Venivano aperti i cancelli di Auschwitz e liberati tutti gli internati.

La guerra finiva e tutti i bambini sopravvissuti potevano alzare le braccia al cielo, sorridere e gridare “Abbiamo vinto!”.

Per noi caiatini questa data è, così, legata a due eventi, l’uno tragico che ci riguarda da vicino, l’altro di liberazione e di gioia che ugualmente ci riguarda e, insieme all’altro, ci unisce ulteriormente all’umanità intera.

Nel guardare le foto del bombardamento, un’immagine mi si è formata e fermata nella mente…e non era Caiazzo. O meglio, non ho visto soltanto la Caiazzo bombardata del 1944. Negli occhi si è aperta l’immagine di Damasco e dei suoi bambini, che, oggi, 27 gennaio 2018, in Paradiso “non ci vogliono andare” e aspettano da troppo tempo di vincere il loro gioco e urlare “Abbiamo vinto!”
Abbiamo vinto la pace.

Nella nostra giornata della memoria il cuore va al passato perché non si dimentichi; e deve andare al presente di chi ancora ha “le cetre appese alle fronde dei salici…”.
* Presidente Associazione Storica del Caiatino.

Dalla Redazione – In un post su Facebook, il sindaco Tommaso Sgueglia, nel ricordare il tragico episodio di quella giornata, elenca i nomi e l’età dei 20 che morirono sotto le bombe. Li riportiamo in elenco, perché ogni memoria rimanga.
Margherita Cicarelli a.38
Anna Ciccarelli a.15
Antonietta Biggiero a.6
Alessandrina Eligio a.10
Angelo Raffaele Reveglia a.3
Giovanni Anzalone a.12
Elettra Bruno a.41
Vera Lamberti a.11
Giovanna Di Rienzo a.76
Maria Buonomo mesi 4
Rosa Cocco a.22
Carmela D’Agostino a.14
Giuseppina Di Giovanni a.4
Maria Rachele Di Iorio a.7
Angelina Insero a.14
Giuseppa Santabarbara a.44
Raffaela Savocchia a.38
Il giorno successivo in seguito al bombardamento persero la vita:
Luisa Buonomo a.4
Antonio Rolli a.63
Vittorio Isotti a.4

 

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