Avete mai pensato di viaggiare lontano senza programmare un albergo, uno spostamento o un ristorante, anche a costo di passare la notte in stazione? Potrebbe risultare difficile anche solo immaginarlo, ma Elio Pagliaro di tutto questo, ne ha fatto una condizione essenziale per vivere al meglio la sua passione. Raccontare esperienze guidate dalla voglia di avventurarsi, di scoprire posti nuovi, immortalando immagini che ti rimarranno impresse per sempre, è ciò che ha spinto un giovane di Alvignano ad esplorare innumerevoli zone del mondo, sfidando le leggi dell’ordine e dell’organizzazione. Ma per capire cosa può spingere qualcuno ad appassionarsi a tutto questo, bisogna tornare indietro, a quando la fotografia è entrata a far parte della vita di Elio.
Come è nata la tua passione per la fotografia?
“Per gioco innanzitutto, come tante altre del resto. E poi per qualche altro strano motivo. Forse perché le immagini hanno sempre questa aura magica e il loro significato sembra essere quasi sempre raffigurato sulla superficie. Le consideriamo ormai come finestre, crediamo ad esse come ai nostri occhi. Insomma: hanno una fortissima capacità di attrazione. Due anni fa, dopo un’esperienza fotografica formativa, ho conosciuto una persona a cui sono davvero grato e che tutt’oggi mi da parecchi consigli. Con questa persona ho avuto modo di approfondire aspetti della fotografia quali il fotogiornalismo, il reportage e la fotografia di strada alla quale mi sono ormai quasi votato essendo un modo molto spontaneo di interpretare la realtà, tra le strade, che mi ha affascinato. È un buon modo di incanalare le mie emozioni, di mostrare delle cose agli altri affinché possano servire loro da modelli per le loro esperienze, per la loro conoscenza. È questo il bello della fotografia: è un linguaggio universale che ha la capacità di aprire molte porte sul mondo e può servire quindi a creare cultura, coscienza, informazione.”
La fotografia è qualcosa che racchiude in sè stessa la necessità di vedere il nuovo, di captare momenti che rimarranno dipinti da qualche parte per sempre e potranno essere in grado da soli di narrare storie incredibili. Storie che Elio ha vissuto. Passando per i paesi scandinavi, fino ad arrivare alle cime più alte del Marocco e per le strade della Birmania, l’ideologia dell’avventurarsi nell’ignoto ha colmato di scene indelebili i ricordi di Elio.
Ma cosa ti spinge a non organizzare meglio il tuo viaggio?
“Viaggiare senza organizzare il viaggio è una delle mie condizioni essenziali. Non mi ha mai creato nessun tipo di problema, anzi: sarebbe un problema ed un peso se fosse tutto organizzato. È una cosa che mi spiego abbastanza facilmente non soltanto in viaggio ma anche nella vita di tutti i giorni. Non ho bisogno di molte cose e non voglio averne bisogno. È il mio modo di intendere la libertà, che è una parola grande, davvero grande, ma che da una società capitalistica e materialistica come la nostra è intesa come “volere tutto quello che si desidera”. Viaggiare con il solo zaino sulle spalle mi riporta quasi ad una condizione essenziale e mi sento bene, benissimo. Poca roba, due o tre cambi da lavare a mano durante il viaggio, il sacco a pelo per ogni evenienza e un po’ di disordine nella testa. Ho sempre bisogno di un viaggio disordinato, di un’esperienza disordinata che colpisca un po’ l’immaginazione.”
Quanto influisce sulla tua passione l’essere cresciuto in un piccolo paese campagna?
“Al di là della curiosità, della mia eterna curiosità per tutto, credo che essendo abituato ad alcuni aspetti della vita, come il paesello di campagna, ai miei valori, a volte ci si volge per contrasto ad altri. Magari a quelli più lontani o “diversi”. È inevitabile, almeno per me, tirare in ballo anche i miei valori che sono indubbiamente legati al posto in cui vivo ed in cui sono cresciuto. Viaggiando si ha sempre l’opportunità di confrontarsi e nel tempo ho realizzato che i valori non sono nel mondo ma nel modo in cui lo guardiamo e lo percepiamo. Ogni volta, tornare a casa è altrettanto bello: mi aiutate a “digerire” l’esperienza. Alla fine le cose più difficili da comprendere sono proprio quelle più vicine, quelle che diamo per scontate e sulle quali ci facciamo poche domande. E così adesso quando viaggio non vado in cerca dell’esotico, di qualcosa di “diverso” o di “strano”. Mi piace pensare che cerco qualcosa che già conosco, qualcosa in cui mi immedesimo.”
Alcune delle fotografie scattate da Elio nel corso dei suoi viaggi hanno partecipato, inizialmente contro il suo volere, a dei concorsi molto famosi in giro per il mondo:
“Non ne ero per niente sicuro, ma poi quest’anno, su consiglio di un caro amico che mi ha quasi obbligato, ho partecipato a due concorsi e ne sto prendendo in considerazione anche altri. Il primo a cui ho partecipato si tiene ogni anno online ed ha sede a Londra, più di 8000 partecipanti da 87 nazioni, ed è stato davvero soddisfacente essere arrivato in finale nella categoria “People” con due foto scattate in Myanmar l’anno scorso. L’altro concorso si svolgerà ad Alghero, in Sardegna, questa primavera ed è un concorso dedicato prettamente alla fotografia di strada a cui sto partecipando con delle fotografie scattate in Marocco a Settembre.”
Si può essere tanto affascinati quando stupiti dall’intraprendenza di un ragazzo di 24 anni, che ha già visitato tantissimi luoghi della Terra. Un modo diverso di intendere la vita, facendo di una passione nata per gioco il motore portante delle proprie esperienze.
La passione si sente, Bravo Elio