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Piedimonte Matese, 8 marzo tra candid camera e Flash Mob

Il Centro Antiviolenza Aurora porta in piazza le proprie idee: tutto comincia con un simpatico scherzo e poi via agli slogan

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In occasione della festa della donna, ieri 8 marzo, il Centro Antiviolenza Aurora ha organizzato il pezzo forte della propria campagna verso questa ricorrenza. La festa della donna è ormai intesa come il giorno della mimosa, di false ricorrenze storiche o della discoteca sfrenata, dimenticando il vero significato della giornata e soprattutto ignorando la problematica legata alla “donna scartata”. Nei giorni scorsi erano state preparate delle scatole, riposte nei luoghi più frequentati dalle donne, nelle quali potevano essere riposti i racconti e le esperienze di tutte coloro che avessero voluto condividerle.

Ieri, in Piazza Carmine a Piedimonte Matese, molte persone si sono avvicinate per osservare ciò che stava andando in scena, ma senza inizialmente rendersi conto di ciò che li aspettava: alcuni ragazzi, per mezzo dell’uso di un megafono, stavano sostenendo un movimento maschilista, inneggiando contro l’emancipazione femminile e suscitando sgomento tra chi era lì ad ascoltare, soprattutto tra le ragazze. Ovviamente, non c’era nulla di vero ed era solo uno scherzo, ben riuscito, con lo scopo di trasmettere un messaggio importante: tutt’oggi, molte donne vivono in situazioni di forte minoranza sociale e ciò va combattuto. D’improvviso, alcune delle ragazze presenti in piazza si sono riunite e tolte le giacche, mostrando la maglietta del Centro Antiviolenza Aurora e iniziando un flash mob davvero coinvolgente. L’hashtag #wetoogether, lanciato nei giorni scorsi sui social, è apparso insieme agli striscioni, contro la violenza di genere e a favore della denuncia di certe situazioni.

La politica del Centro è sempre stata a favore delle campagne contro la violenza in generale, il cyberbullismo e le pressioni psicologiche, senza estremizzare il femminismo e coinvolgendo sempre più persone, specialmente nei frequenti convegni. La morale è più profonda del consumismo che invade la ricorrenza stessa, e si spera, che tutti riescano a comprenderla.

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