Home Chiesa e Diocesi Assemblea catechisti. “Sposta il seme nel terreno buono”, così don Luciano Meddi

Assemblea catechisti. “Sposta il seme nel terreno buono”, così don Luciano Meddi

Ai catechisti, vecchi e nuovi, riunitisi in Cattedrale domenica 4 novembre, don Luciano Meddi suggerisce alcuni passaggi che il catechista deve tenere in considerazione nella sua missione quotidiana all'interno della comunità

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Quale terreno per la catechesi? è il tema su cui don Luciano Meddi, catecheta e docente presso la Pontificia Università Urbaniana, ha incentrato l’incontro con i cateschisti delle diverse parrocchie della Diocesi che si è svolto domenica 4 novembre in Cattedrale ad Alife. L’assemblea, appuntamento fisso, organizzato dall’Ufficio catechistico diocesano, diretto da don Vittorio Marra, è stata aperta dal vescovo mons. Valentino Di Cerbo, il quale, dopo aver salutato i catechisti vecchi e nuovi ritrovatisi in Cattedrale, ribadendo l’importanza del ruolo che il catechista svolge in comunità, ha così introdotto l’intervento di don Luciano.

Conosci la terza parte della Parabola del seminatore?“: parte da qui, don Luciano, proiettando la sua riflessione sulle possibili “innovazioni della catechesi” alla luce del percorso sinodale, appena concluso in Diocesi, i cui contenuti sono racchiusi nelle pagine del Libro. Non facile il compito di chi sceglie di impegnarsi nella evangelizzazione, una “missione” che diventa efficace solo se “fa sperimentare la vita cristiana”, perché di questo si tratta, di “fare un’esperienza di gruppo”. Come può, dunque, il catechista “scegliere il terreno buono per la semina”? Sono quattro i passaggi suggeriti da don Luciano Meddi, quattro chiavi di lettura: comprendere se stessi, confrontarsi col Vangelo, lasciare emergere le energie spirituali e sperimentare la vita cristiana.

Ciò che deve stimolare il catechista, o l’animatore, è la capacità di “raccontare e spingere i suoi ragazzi a raccontarsi, ancora e poi ancora, tenendo come punto fermo la narrazione evangelica”, perché ognuno deve poter esprimere se stesso e le sue radici culturali: questo è il terreno buono. Una volta preparato il terreno fertile, i buoni frutti non tarderanno ad arrivare, segnali di “salvezza e speranza per il territorio”, che chiede di crescere anche e soprattutto mediante una “nuova partecipazione alla vita parrocchiale”, magari attraverso una “nuova ministerialità, nuovi servizi e l’avvio della pastorale giovanile”.

Prossimi appuntamenti i ritiri di Avvento per il 2 dicembre 2018 ad Alvignano presso il Santuario dell’Addolorata e di Quaresima il 31 marzo 2019 (la sede non è ancora stata decisa).

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