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Ai Sindaci la responsabilità di esserci. La “giusta informazione” verso il Parco Nazionale del Matese

Cambieranno in positivo molte cose... Il Parco Nazionale non è "vincolo" e "limiti" ma la possibilità di uscire dall'emarginazione di cui questo territorio soffre da troppo tempo

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Sepino (CB)

Continua l’approfondimento di Clarus a sostegno della giusta politica verso il Parco Nazionale del Matese.
Dopo l’intervista di alcuni giorni fa a Vincenzo D’Andrea (leggi), con lui torniamo a toccare una serie di argomenti che ci portano verso le novità che ci attendono: perimetrazione, possibilità, falsi vincoli, brandi identitari…
E questa volta, in gioco, entrano i Sindaci del territorio. Ecco come.

A che punto è il percorso che porterà alla definizione territoriale del Parco Nazionale? Ci sono già ipotesi di perimetrazione in discussione?
Sembra che si proceda speditamente! Il MATTM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) ha “preso di petto” la questione nuovi Parchi nazionali facendone un serio cavallo di battaglia per la tutela dei territori. Come giustamente riferito dal Ministro…. “I Parchi per non inseguire le emergenze!”. Sulla scorta di questa considerazione c’è tutta la buona volontà a raggiungere l’obiettivo di realizzare il “Parco Nazionale del Matese”.
Nello scorso mese di luglio si è costituito il “Comitato Istituzionale di Coordinamento”, tavolo tecnico ministeriale di confronto per la progettazione delle attività da farsi; successivamente gli incontri di novembre al Ministero hanno dimostrato la volontà a procedere nei tempi giusti. Tra i momenti più importanti vanno annoverati gli incontri tenuti da funzionari del Ministero dell’Ambiente e dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca per l’Ambiente), braccio tecnico del Ministero, direttamente con i “portatori di interesse” dei territori coinvolti.

Quali, le mosse, nei confronti del nostro Parco nazionale?
All’inizio di Dicembre, si sono avuti due incontri sul versante Orientale (molisano), a Campobasso presso la Regione, e due incontri sul versante Occidentale (campano). Questi ultimi, sono stati organizzati, opportunamente e strategicamente, e con ottimo supporto logistico, dall’Ente Parco Regionale del Matese presso la nuova sede di San Potito Sannitico. I confronti, molto utili per il territorio, proprio perché tenutisi direttamente sull’area di interesse del Parco, hanno raccolto moltissime opinioni e contraddittori da tutti coloro che vivranno nell’Area Protetta.
In questa occasione sono stati presentati da ISPRA le aree sottoposte a forte interesse di tutela ricadenti nell’area che dovrà essere definita “Parco Nazionale del Matese”. Non si è trattato di “proposta” di perimetrazione ma solo l’identificazione, supportata da fondamenti scientifici e tecnici, dell’area che lo Stato, mediante l’ISPRA, ha voluto individuare come di interesse primario. Ora sarà compito di tutti noi, portatori di interesse locali, saper lavorare su questa base per confermare e proporre quanto di meglio possibile perché si ottenga una Perimetrazione adeguata. Le Associazioni della Consulta hanno idee chiare: molte perimetrazioni sono state già elaborate e molte di esse sono in fase di presentazione, tutte supportate da inequivocabili evidenze documentali.  Il Ministero, mediante le Regioni e l’Ente Parco Regionale, dove quest’ultimo ha competenza giuridica, accoglierà tutte le evidenze raccolte. Sembra che ci sia proprio la massima buona volontà di queste Istituzioni a voler creare qualcosa di concretamente efficace. Noi ce la mettiamo tutta!

In che modo si sta promuovendo la “cultura” del Parco tra la cittadinanza? Pensi che si stia procedendo in modo corretto o occorre aggiustare il tiro?
Crediamo molto nelle attività di “facilitazione” di cosa sia un “Parco”, di come è strutturato e della realtà che offrirà ai suoi abitanti. Soprattutto per chi ha vissuto in un territorio dove, negli ultimi 15 anni, ha insistito la presenza di un Parco Regionale del Matese che ha creato sofferenza a chi ci vive perché mai reso funzionante e funzionale, sarà impegnativo ribaltare la realtà. Smentire una notizia, anche se palesemente falsa, è sempre più difficile dopo che si è diffusa!
Se poi consideriamo che molti “speculatori” hanno fatto dei “vincoli del Parco” il loro baluardo per far sì che un’Area Protetta venga considerata un museo dove nulla è concesso… l’azione di facilitazione diviene ancor più laboriosa!
Ma la cultura e la giusta informazione sono sempre il mezzo più efficace perché si prenda coscienza di come la presenza di un Parco Nazionale sia l’unico elemento che crei le condizioni perché, attraverso la garanzia di integrità dei territori, si possa generare lavoro e convivere in equilibrio nella grande “Casa Comune” che è il Matese.
Attraverso questi principi la Consulta delle Associazioni dei due versanti del Matese ha organizzato ed intensificherà incontri direttamente con le Comunità del Matese, per diffondere la “giusta informazione”, senza pretendere di convincere alcuno ma solo di far prendere coscienza di ciò che è la realtà di una norma di tutela e delle tante opportunità che ad essa si legano. Perché il Matese non si spopoli né della sua Natura né dei suoi Abitanti.
Su questo stiamo contando tantissimo anche sull’impegno istituzionale dell’attuale gestione dell’Ente Parco Regionale con cui da Statuto ci interfacciamo. E sembra proprio che siamo sulla via giusta!

È fondamentale che i Sindaci siano garanti della giusta informazione per i Cittadini che rappresentano. Da loro vogliamo fortemente che abbiano la corretta informazione di cosa sia un Parco e, con noi e con le altre Istituzioni, profondano la Cultura della tutela del proprio territorio e della propria Comunità.

Il ruolo dei “Primi Cittadini” del Matese è assolutamente fondamentale in questa fase. Cosa chiede la Consulta ai Sindaci del futuro Parco?
I Sindaci sono l’espressione della Comunità che rappresentano e che li ha scelti come portavoce. Ma è fondamentale che i Sindaci siano garanti della giusta informazione per i Cittadini che rappresentano. Da loro vogliamo fortemente che abbiano la corretta informazione di cosa sia un Parco e, con noi e con le altre Istituzioni, profondano la Cultura della tutela del proprio territorio e della propria Comunità. Si rischia, talvolta, che convinzioni “aprioristiche”, passivamente accolte, o influenze “negative” condizionino molti dei “Primi Cittadini”. Questo si traduce in un condizionamento anche del proprio elettore che risulta, così, mal-informato. Gli incontri, a tema specifico, o di semplice confronto con le Comunità, con accoglimento di dubbi e quesiti, dovranno essere le occasioni per tirar fuori e chiarire ciò che di poco corretto continua a circolare nella conoscenza di chi vive e vivrà nel futuro Parco.

Cosa possiamo imparare dalle esperienze degli altri Parchi Nazionali? Quali errori evitare? Quali opportunità cogliere?
Il Matese sarà il Parco Nazionale più giovane insieme a quello di Portofino. L’assenza di una storia consolidata (se non infausta per i retaggi del Parco Regionale vissuto finora) può essere un punto di debolezza ma, al contempo, anche un grande punto di forza perché consente di avvalersi della conoscenza degli errori e delle opportunità ereditate dagli altri Parchi Nazionali. Anche in altre realtà, le barriere create dalla percezione del Parco come “vincolo” rappresentano il primo ostacolo da superare.
Le migliori esperienze degli altri Parchi ci dicono, inoltre, che la conservazione delle tradizioni culturali e produttive sostenibili, valorizzate dagli strumenti di diffusione attuali, e la grande risorsa del turismo “lento”, quello che farà vivere appieno il patrimonio del Matese, sono le vere opportunità che, in modo silenzioso e rispettoso, potranno concretamente dare al Matese quello che i clamori dell’industrializzazione non hanno mai dato: uno sviluppo sano e sostenibile che riesca a tenere insieme i bisogni delle persone e quelli dell’ambiente che ci ospita.

In sostanza, con la nascita del Parco Nazionale, cosa realmente cambierà per i cittadini del Matese?
Cambieranno in positivo molte cose. Il “Matese naturale” ed il “Matese abitato”, uscendo dal limbo dell’emarginazione delle aree interne, soprattutto quelle “di confine” come le nostre, potranno avere il meritato riscatto.  Avere una propria, forte e riconosciuta identità sarà quanto di più utile a favorire lo sviluppo economico dei Matesini occidentali (campani) ed orientali (molisani). Da qui la realizzazione anche di brand identitari e la promozione del Matese nell’ambito non solo locale ma nazionale ed internazionale, consentiranno il legittimo profittare della globalizzazione culturale. Questa è la grande opportunità!

 

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