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La creatività? Non solo per gli artisti e un po’ ne siamo tutti custodi. Parola del fantasiologo Carrese

In collaborazione con la Società Dante Alighieri parte la campagna di "promozione" e custodia della parola "creatività"

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Annamaria Tartaglia – La Società Dante Alighieri ha promosso l’iniziativa “adotta una parola” e chi meglio del fantasiologo caiatino Massimo Gerardo Carrese poteva farsi custode della parola Creatività?

Ha deciso, infatti, di adottare questo termine per un anno allo scopo di sensibilizzarne l’uso corretto e consapevole e non a caso la società Dante Alighieri l’ha inserita tra le parole a rischio.
E non è la prima volta che il fantasiologo si imbatte in simili imprese al fine di tutelare il buon uso di alcune parole: un anno fa ha lavorato su “spasseggiare” e prima ancora su “inimmaginabilità”.

Per approfondire
Abbiamo diverse definizioni di creatività, potremmo partire dalla sua etimologia.
La creatività, come palesa il suffisso “-ività”, denota un’attitudine – in particolare, l’attitudine alla creazione. Deriva infatti dal verbo creare che in latino condivide con crescere la radice kar. In sanscrito kar-tr è colui che fa dal niente, il creatore.
Secondo Freud “La creatività è un tentativo di risolvere un conflitto generato da pulsioni istintive biologiche non scaricate, perciò i desideri insoddisfatti sono la forza motrice della fantasia ed alimentano i sogni notturni e quelli a occhi aperti”.
Per Piero Angela, divulgatore scientifico, è la capacità di porsi continuamente domande. Per lo psicanalista Erik Fromm, “la creatività richiede il coraggio di abbandonare le certezze”.
Il sostantivo creatività è di difficile definizione, qualsiasi descrizione venga fatta gli sta stretta. Perché la creatività è borderline, non la puoi chiudere in una definizione statica.
Confusa spesso con l’immaginazione e la fantasia, la creatività è legata alla combinazione in modo nuovo, con fantasia e immaginazione, di elementi preesistenti.

Spesso, infatti, si crede che la creatività sia una dote innata che o la si possiede dalla nascita o non ci sono speranze. Molti pensano che la creatività sia dello scrittore e non dell’imbianchino, del poeta e non del commercialista, invece non è così.

Un pregiudizio da superare: la creatività può essere coltivata, non a caso il fantasiologo tiene incontri anche con i bambini, perchè è da piccoli che è possibile alimentare la curiosità, la fantasia e, appunto, la creatività.

Per concludere con le parole di Albert Einstein, la creatività “non è altro che un’intelligenza che si diverte”.

“Per andare dove?”, il nuovo saggio del fantasiologo Carrese

 

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