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Corruzione politica, avidità, fede contorta, i temi delle “statio” quaresimali a Piedimonte Matese

I mali del mondo sono anche i mali di questa città; esperienze comuni di peccato: le Parrocchie cittadine propongono la riflessione in compagnia di don Matteo Prodi, Padre Alex Zanotelli e il vescovo Giacomo Cirulli

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S’intitola I mali della Città il perorso di stationes quaresimali promosso dalle Parrocchie di Piedimote Matese.

Saranno tre i temi sui quali i parroci intendono condividere una riflessione con l’intera comunità cittadina, conferendo a questa quaresima una dimensione ancor più introspettiva, che provochi le coscienze su dei mali comuni al genere umano: La Corruzione della Politica; L’attaccamento ai beni materiali; La manipolazione della Fede (Clicca sulla locandina in basso per leggere il programma).

Il metodo individuato è stato appunto quello della statio, così come già avvenuto altre volte a Piedimonte Matese, una pratica tanto caro alla tradizione della Chiesa che deve la sua etimologia al mondo militare, alla statio della sentinella sull’accampamento: vigilare, stare attenti è evocativo dello stile del cristiano che si prepara alla Pasqua e sceglie una preghiera più forte e una riflessione più profonda su se stesso. Come i militari stazionavano intorno all’accampamento così – in passato come oggi – la statio chiede ai credenti di difendere il mondo dalla corruzione, dal male, dalle piccole e grandi insidie di ogni giorno che macchiano la vita di ciascuno e delle comunità.

La parola statio ha assunto poi connotati legati prettamente alle pratiche cristiane divenendo concretamente l’occasione di incontro per le comunità nelle chiese e nei santuari dove erano custoditi i corpi dei martiri.

Ognuno die tre incontri è stato concepito come un vero e proprio itinerario: camminare in preghiera per le strade di Piedimonte e poi sostare per condividere un messaggio forte, che puntualmente parte dal Vangelo, vuole esercitare uno stile diverso dal solito, dove il cammino evoca il lento passaggio, nella penitenza, all’incontro con la parola di Dio che suggerisce – rispetto ai temi proposti – il cambiamento, la coonversione del cuore.

Dettagli sul programma
La prima tappa si terrà il 24 marzo alle ore 16.00 con partenza dalla Chiesa di Santa Rita e giungerà alla Chiesa parrochhiale di S. Marcello e S. Michele in Sepicciano, la riflessione La Corruzione della Politica verrà curata da Don Matteo Prodi, docente presso la Pontificia Facoltà Tologica dell’Emilia Romagna.

Il 31 marzo alle ore 16.00 si partirà dalla Chesa di San Rocco per giungere alla chiesa parrochiale di Santa Maria Maggiore; la riflessione L’attaccamento ai beni materiali sarà curata da Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano.

L’ultimo appuntamento, il 7 aprile alle ore 16.00, prenderà il via dalla Chiesa di Santa Lucia per giungere alla Chiesa parrochiale di Ave Gratia Plena dove la riflessione  La manipolazione della Fede sarà condotta da S. E. Mons. Giacomo Cirulli, esorcista e Vescovo della Diocesi di Teano-Calvi.
Al termine di ogni incontro verrà celebrata la Santa Messa.

Statio, origine e storia
La statio ha origini antichissime, la prima notizia storica l’abbiamo nel periodo di Papa Ilaro (461-468), si narra che il Papa abbia donato dei vasi sacri da utilizzare nelle chiese in cui avvenivano le stationes.
Alla statio partecipava sempre il Vescovo, a Roma era dunque presieduta dal Pontefice. Inizialmente la statio si teneva il martedì, il mercoledì e il venerdì, poi venne stabilito il giovedì.
Si recitava inizialmente una “colletta” ovvero una preghiera tutti insieme, poi si teneva una processione durante la quale venivano recitate le litanie e infine, quando si giungeva alla chiesa stationara, ci si riuniva in una veglia di preghiera alla quale seguiva la celebrazione eucaristica.
Questa tradizione, insieme ad altre pratiche liturgiche, decadde a seguito dell’esilio avignonese. La tradizione delle stationes venne ripresa in alcuni momenti, ad esempio con san Carlo Borromeo e col Papa san Pio V, ma visse alti e bassi. A partire dal 1870 le stationes non ebbero più luogo, perché venne proibita la processione per le vie della città in seguito ai moti che portarono all’unità d’Italia e alla presa di Roma.
Le stationes romane riprenderanno nel primo ‘900 con il monsignor Respighi, che dal ’31 al ’47 sostenne e incoraggiò questa tradizione, la rilanciò a Roma. Da allora anche il Papa partecipa alla prima statio, quella che ora si svolge a Santa Sabina.
Fonte Osservatore Romano

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