10. Monte Mutria
Con gli occhi del corvo

di Salvatore Signore

All’alba di una fredda giornata primaverile e con il lago Matese ancora ammantato, i pochi motori in circolazione scompigliano il risveglio dei monti. L’inizio del nostro tracciato prende le mosse dallo slargo che anticipa Fonte del Corvo; un grosso faggio ospita numerosi pennuti che osservano stranamente silenziosi.
Un leggero falsopiano illude l’avventore, proiettandolo dopo poco ai piedi di una bella e costante salita su un fondo piuttosto scivoloso, grazie al nutrito fogliame sparso.

Si rivede la luce allo scollinamento del Perrone per poi riportarsi immediatamente sulle tracce della sempre presente segnaletica del sentiero ed è di nuovo sottobosco: faggi, umido, muschi e licheni. Terminata la macchia si procede in cresta, l’apertura interseca i confini di tre Province e ben cinque Comuni. Sul versante beneventano, a pochi metri dalla vetta posta a 1.823 m, insiste una piccola edicola religiosa eretta in onore di Sant’Antonio di Padova. La cima è a pochi passi.

A fiato recuperato si imbocca la discesa col mirino puntato in direzione Bocca della Selva che si raggiunge con una planata non difficile attraverso pianori erbosi e bosco fitto; da ultimo, a perfetta chiusura dell’anello, si attraversa il vallone Cusanaro, in vista degli ultimi passi in piano per ritrovare il “corvo” della partenza.
Mai cedere alla tentazione esplorativa, se non si hanno a disposizione valide mappe ed una forte consapevolezza della zona in cui ci si trova. È, quindi, fondamentale una pianificazione accurata, evitando di cercare pericolosi impulsi adrenalinici in zone chiuse da boschi che spesso sembrano tutti uguali.

Zaino, scorta d’acqua e scarpe tecniche ben allacciate SEMPRE!

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