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LA TESTIMONIANZA. Domani l’accoglienza delle spoglie di fra Umile

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Il giorno tanto atteso sta per giungere: domani, 1 maggio, le spoglie di fra Umile Fidanza verranno prelevate dal Cimitero di Carattano per essere trasportate nel Santuario di San Liberato, presso la frazione di Calvisi, dove il religioso crebbe e ricevette i sacramenti.

Alle 9.30 è fissata la benedizione delle spoglie, dopo di che ci si recherà in corteo in piazza Mario Monte, dove verrà celebrata la S.Messa di suffragio; infine, il corpo di fra Umile verrà inumato nel nuovo sepolcro, all’interno della chiesa parrocchiale.

Intanto, cresce l’attesa tra i fedeli e vanno moltiplicandosi le testimonianze con cui fedeli di ieri e di oggi raccontano il contatto umano e spirituale intrecciato con il Servo di Dio: non ultima, quella del dott. Fabrizio Ferraiuolo, Specialista in Neurologia, Psichiatria e Farmacologia.

Ecco le sue parole:

“Dai racconti di mia madre e della gente del paese fin da piccolo ho ascoltato descrizioni di lui come di un bimbo diverso, dotato di una spiritualità segnata da una armonica crescita nella fede – in particolare – io ricordo i suoi rientri al paese da Portici: erano sempre preannunciati dal rintocco delle campane che lui amplificava facendo girare un disco su un grammofono o su un piatto stereo.

Nelle mie reminiscenze da adolescente e poi da giovane studente universitario, la sua grossa figura era sovrastata da un volto tondo, tranquillo, rassicurante che diffondeva pace e serenità.

La semplicità del suo verbo, espressa in forma dialettale andava dritta al cuore senza termini inutili e parole vuote ma con una consapevolezza che non sembrava umana bensì mistica ed illuminata dall’Alto. Egli non riconosceva le necessità ordinarie, i beni comuni, il valore dei soldi ma conosceva bene la semplicità dei bisogni altrui filtrandoli attraverso la forza del suo carisma.

Durante il mio periodo universitario, quando mi intrattenevo con lui e cedevo alla tentazione di interrogarlo sull’esito dei miei esami futuri, egli con i suoi tempi poneva fine alla mia trepidante attesa tranquillizzandomi sempre.

Quando era a Calvisi e trascorrevamo delle serate con lui in famiglia a volte rimanevo stupito dalla sua lenta navigazione, i suoi occhi sembravano lontani, era come se il suo sguardo fosse collegato ad un sistema che usciva dal nostro mondo fisico quasi alla ricerca di una lettura dell’animo, ciò sempre nella trasparenza delle sue espressioni che soddisfacevano spontaneamente una ricerca di rassicurazione.

Di Fra Umile resta impressa nella mia mente la consapevolezza della grandezza di un uomo che ha fatto di tutto per essere l’ultimo tra gli ultimi trasportando con un’umiltà disarmante il peso della Croce di Cristo in suo nome e per tutti noi.”

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