Home Arte e Cultura “San Potito Sannitico e i Sanillo”, il 18 maggio presentazione del libro

“San Potito Sannitico e i Sanillo”, il 18 maggio presentazione del libro

Il volume, realizzato da Vittorio Imperadore, con un contributo di Paolo Rapa e curato da Armando Pepe, verrà presentato presso l'Auditorium comunale di San Potito

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San Potito Sannitico e i Sanillo nel Regno delle Due Sicilie è il titolo del libro che verrà presentato sabato 18 maggio, alle 18.00 presso l’Auditorium comunale di San Potito. Un lavoro complesso, nato da un’idea di Vittorio Imperadore con un contributo dell’amico Paolo Rapa, e curato dal prof. Armando Pepe. Il libro rappresenta un importante tributo alla famiglia Sanillo, la cui influenza è stata fondamentale e decisiva per la storia di San Potito Sannitico.

IL LIBRO
Nelle 366 pagine che lo costituiscono il libro ripercorre un arco di tempo di ben 230 anni, a partire dal 1650, durante il quale la famiglia Sanillo ha dato un’impronta profonda e concreta alla realtà culturale, economica e sociale di San Potito Sannitico. Nel testo viene posto l’accento su alcuni momenti topici dell’opera dei Sanillo, come l’elezione di Nicola Sanillo a sindaco della comunità avvenuta nel 1727 e la nomina del figlio Luca di cancelliere archiviario. L’influenza della famiglia Sanillo risuona anche in ambito religioso, come testimoniato dalla nomina, ai primi dell’800, di Giuseppe a canonico rettore del Seminario, cui si aggiunge l’incarico di ispettore delle Scuole dell’intero Distretto di Piedimonte Matese. L’epilogo della dinastia avviene nella seconda metà dell’800, con la scomparsa di Enrico, rimasto vittima dei briganti e, successivamente, nel 1869, con la tragica morte a seguito di un incendio di Maria Enrichetta, ultima erede. I Sanillo incarnano “l’emblema della Borghesia agraria locale”, come si legge nella Prefazione redatta da Armando Pepe, il cui patrimonio è “frutto di industriosità e non comune capacità di dirigere i propri investimenti”. La presenza e l’azione dei Sanillo sono state incisive per il territorio, affermandosi come “una famiglia che della ricchezza e della terra fa il suo motivo di orgoglio, tangibile segno di consapevole autocoscienza”.

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