24. Monte Miletto
Mentre tutti dormono

di Salvatore Signore

Direzione monte Miletto attraverso valle dell’Esule, giornata di pieno sole: un classico; direzione Monte Miletto attraverso valle dell’Esule, notturna: emozione per pochi.
Lo zaino pesa più del solito e a pretendere spazio c’è il sacco a pelo arrotolato, pressato, buttato a forza nella sua vissuta custodia; la torcia frontale spara in avanti un fascio luminoso color ghiaccio che stravolge l’immagine di un percorso che molti conoscono a memoria. L’aria fresca di una serata in quota rende ancora più frizzante l’atmosfera, i primi passi si susseguono veloci e vien voglia di correre. Attenzione: anche le pietre più piccole diventano motivo di instabilità! I primi tornanti sono alle spalle, ci si alza, i riflessi lacustri brillano e gli occhi rincorrono scorci impareggiabili e sagome nuove.  Qualche cane abbaia forte, il timbro è di quelli cupi, non ha voglia di essere amichevole e non è il momento di far feste, il lavoro di guardiano lo svolge in maniera perfetta. Scollinare all’Esule e bagnarsi con l’acqua ghiacciata dell’abbeveratoio può solo che generare un brivido adrenalinico. Le vacche sono lì, alcune sdraiate, altre infastidite e non hanno alcuna voglia di familiarizzare con l’intruso. In lontananza risuona profondo il suono di una galoppata: scappano o si avvicinano?

Anche la casetta è alle spalle, al ritorno saprà offrire di più. La salita, costante, diventa impegnativa. Il peso in eccedenza si avverte, la sensazione di smarrimento è normale ed aver preventivamente fissato punti di riferimento aiuta, non sempre si può navigare a vista e farlo di notte non è affatto una cosa consigliabile. È importante localizzare e memorizzare elementi naturali sfruttabili col buio ed in condizioni meteo che possono variare in fretta. A volte, le nuvole che si formano sull’Adriatico appaiono minacciose!
La Vetta si avvicina sempre di più e l’idea di srotolare il sacco a pelo inizia a diventare la più desiderabile delle aspettative, la stanchezza è vinta grazie alle ultime riserve energetiche che d’un tratto riemergono. Nel rifugio ormai demolito, grazie all’opera vandalica di qualche gentiluomo, trovano posto due o tre persone. Non si dorme, ci si riposa e una fetta di buon caciocavallo accompagna le chiacchiere, si commenta la salita e gli errori minimi che dovranno essere limati alla prossima. Ai piedi spicca la marea di puntini scintillanti che parla di paesi addormentati; non arrivano rumori, il vento (sempre presente) ha la meglio e in quelle serate fortunate prive di nubi è un piacere attendere l’alba guardando il miglior spettacolo naturale possibile. “Questa è, signori, la montagna!“.

Scorta d’acqua, scarpe tecniche, torcia e batterie di ricambio, giacca a vento, bevanda calda e alimenti energetici sono i fondamentali da mettere in conto.

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