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Alife. L’ultimo saluto a Lina, testimone “di pace nelle relazioni umane”

Ad Alife, questa mattina l'ultimo saluto a Lina Salvatore

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Tutti con Lina. La famiglia, gli amici di ieri e di oggi, i colleghi e gli alunni.
La Cattedrale di Alife è stata casa per tutti: questo è stato il gran colpo d’occhio sulla folla che ha gremito la chiesa questa mattina per l’ultimo saluto a lei…
Preghiera e parole; lacrime e molti sorrisi; il vuoto dentro, e insieme il dono preso in consegna, di un’eredità pesante; sì perché Lina Salvatore, lascia un segno e un impegno, come pure ha ricordato  – commosso ma fermo – il marito Stefano alla fine della Celebrazione del funerale: la fede, la libertà, la vivacità intellettuale e culturale, il senso del dovere e del servizio.

Intransigente la malattia che in più tappe ha fatto irruzione nella sua vita senza scalfire però la sua fede, né la speranza e neppure il suo istinto – naturale e coltivato – di essere donna di amore, di soluzioni possibili, di ascolto, di parole sagge al momento opportuno, di intelligente e disarmante ironia, in famiglia, a scuola, nella vita quotidiana.
La ricerca di Dio e la testimonianza libera della Sua parola è stata la dimensione di vita in cui Lina si è calata….e che in occasione del funerale è tornata frequente nei ricordi di lei.

L’omelia
Il primo a parlarne, don Emilio Salvatore, che ha presieduto la celebrazione, legato alla defunta  da parentela, ma soprattutto da amicizia generata e maturata nella esperienza condivisa di fede e cultura, nelle numerose iniziative parrocchiali e sociali che in gioventù hanno donato alla loro Alife.
“Quanti sogni, quanti progetti….”, così don Emilio ricordando la giovinezza trascorsa insieme –  molti di questi il Signore li ha realizzati perché Lina ha cercato le vie del Signore in mezzo ai nostri sogni”; poi il riferimento alla formazione culturale, agli anni di studio presso l’Istituto magistrale id Piedimonte Matese affidato alle suore Canossiane, lì dove Lina che aveva “secondo una visione della cultura che non vede ostacolo tra la fede e la ragione; poi gli studi della filosofia hanno permesso a Lina di coltivare questo dialogo tra le scienze dell’uomo e la teologia e la fede…”.
Un passaggio sottolineato da sacerdote per dire la ricchezza e la complessità di un mondo a cui tanti hanno attinto ricavandone ricchezze e occasioni di crescita personale.
Don Emilio ha voluto infatti ricordare l’omaggio al feretro degli studenti della professoressa, riconoscenti e grati per aver ricevuto da lei il dono della serietà, della capacità prendere decisioni serie; il dono della criticità…della capacità di ragionare di tutto…”.
Commosso il ricordo del loro ultimo saluto, nella festa della Trasfigurazione di Gesù e il bacio sulla fronte di Lina, un ultimo saluto, ma soprattutto il segno riconoscente della Chiesa “ad una madre, ad una sorella, ad un insegnante, ad una credente”.
Una vita donata, lo ha ribadito don Emilio richiamando il suo impegno di donna che nella totale consapevolezza dei doni ricevuti da Dio, non ha trattenuto nulla per sé, citando tra gli impegni maggiori, oltre che per il servizio alla cultura, quello educativo in Azione Cattolica e nel Catecumenato crismale.

Il saluto del marito Stefano
Deciso nelle parole, vincendo l’emozione e il dolore di queste ore, il marito Stefano – come l’amico don Emilio – chiaro a se stesso e a tutti nella lettura delle immagini ed esperienze che hanno fatto di Lina Salvatore una testimone del Vangelo nelle cose di tutti i giorni: “Il senso della serietà dell’impegno quando si fanno le cose” così ha parlato per raccontare uno degli aspetti più noti della sua donna. “A me come uomo, come marito, come pubblico funzionario ha sempre insegnato con l’esempio, che le cose si fanno integralmente, impegnandosi anche se non si hanno tutti i riconoscimenti terreni che si dovrebbero avere…e questo mi accompagnarà sempre … Ognuno che è presente può dire di aver attinto motivazioni per poter dire con orgoglio di essere cristiani in questo mondo!”
Nello sguardo ai presenti – “Vedo tutti gli strati sociali di Alife, la comunità diocesana, gli amici, le autorità, e le persone” – ha ricordato come la moglie Lina abbia predicato con l’esempio il valore massimo  e irrinunciabile del fare coesione…
“Lina, da parte mia e di tutti, buon viaggio…”, ha concluso Stefano, recuperando alla tristezza del momento la serenità e il coraggio per l’avvenire, facendo lui stesso il dono ai presenti di profonda fede e di quel bene che non si fonda sul possesso delle persone ma sul valore che resta eterno e le rende uniche agli occhi del mondo.

Il Consiglio pastorale parrocchiale
Il Consiglio pastorale parrocchiale ha affidato il sentimento comune alle parole di Aldo Amodeo, amico di Lina dall’infanzia ad oggi: un ripercorrere le tappe dell’esperienza nella Chiesa alifana che oggi ha dato l’estremo saluto a Lina sotto lo sguardo di San Sisto, nella cui festa ha lasciato la vita terrena. Impegno civile ed ecclesiale richiamati nel messaggio, che Lina trasformava in teatro, poesia, musica, catechesi, lettura, vivendo così l’arte come strumento per veicolare il Vangelo.
“Ed è in questo contesto di impegno appassionato, animato dal bisogno di esprimere la propria fede con l’impegno  e la testimonianza nella città dell’uomo – ha fatto presente Aldo – che nasce anche l’incontro con Stefano con il quale si deciderà per il bellissimo progetto di vita che insieme hanno realizzato. Ma la sua esperienza non si è fermata a quegli anni. Accanto alla sua vocazione di sposa, madre, sorella, la sua necessità di comunicare la fede si è prolungata poi nell’esperienza della catechesi, che ha curato e vissuto sempre con molta passione, fino a cimentarsi con il percorso pilota del catecumenato per i più giovani e con il laboratorio teatrale del dopo comunione”, ricordando così i recentissimi impegni che la collegavano anche alla dimensione della pastorale Diocesana (scarica il testo integrale del messaggio).

Il Liceo Statale G. Galilei
A concludere, nel segno della riconoscenza, la dirigente del Liceo Statale Galilei di Piedimonte Matese, Bernarda De Girolamo, dove la professoressa Lina Salvatore insegnava Storia e Filosofia da diversi anni. Parole che hanno evidenziato il suo ruolo educativo giocato non solo nel rapporto con gli studenti, ma anche con gli stessi colleghi “Nel corso degli anni trascorsi insieme la forza empatica e costruttiva ed il  carisma della prof.ssa Nicolina Salvatore  sono emersi fino a delineare una presenza basilare nel cuore della nostra scuola. Questa forza propulsiva ed aggregante si è manifestata attraverso una generosità elargita a piene mani nel rapporto affettivo, intellettuale ed umano verso tutti coloro che l’hanno conosciuta, mostrando attenzione verso gli ultimi e dando voce a chi non aveva coraggio o forza per farlo, stando sempre dalla parte di chi aveva bisogno di una parola o di un gesto in uno spirito autentico di accoglienza”.
La Dirigente, in un’ottica di coralità del messaggio ha voluto accanto a sé due studenti con lo stendardo dell’Istituto. Un momento tanto familiare quanto ufficiale per sugellare un momento che si scrive oggi nella storia di questa Scuola che – seppur in un contesto laico, quale sia di per sé la Scuola – ha riconosciuto in lei il dono della fede quale premio per tutti “Gli studi filosofici e storici, la formazione pedagogica hanno rappresentato il sostrato della sua visione equilibrata del mondo e dei rapporti tra le persone, al fine di armonizzare il pensiero con la bellezza del dono vivo e mai sopito della fede.” (scarica il testo integrale del messaggio).

Di Lina, non ricordarne da oggi la morte; ma la vita e il suo genuino appassionarsi alla vita degli altri.

2 COMMENTI

  1. Parlo da ex alunna della professoressa Salvatore…una docente come poche…umile, sensibile; andava al di là della lezione da spiegare o dell’interrogazione da fare…durante le sue lezioni non mancavano mai battute o risate….per far capire la grande bontà della professoressa mi preme raccontare un aneddoto…durante gli esami di stato ci capitò un eservizio di matematica talmente difficile che anche i più bravi della classe si trovarono in estrema difficoltà…ebbene la professora Salvatore, si fece svolgere una parte dell’esercizio dalla docente di matematica e, senza farsi vedere dai suoi colleghi, si scrisse il passaggio su una mano; poi con la scusa di passare tra i banchi per controllarci, ci faceva vedere l’esercizio svolto sulla sua mano 🙂 La professoressa Salvatore rimarrà sempre nei cuori e nei pensieri di tutti noi che l’abbiamo conosciuta…lei che aveva sempre una parola di conforto per tutti…

    • Bello e simpatico il tuo ricordo: si unisce ai tanti commenti che in queste ore stiamo ricevendo soprattutto tramite facebook…
      Alunni, amici, colleghi tutti “coinvolti”, tutti ammirati dalla sua testimonianza. Lasciamo che questa “bellezza” non resti solo un ricordo, ma il suo stile diventi anche un po’ il nostro. Grazie Alessandra!
      Grazia Biasi

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