Home Arte e Cultura Da don Camillo a Fleabag, la Chiesa al tempo delle serie TV

Da don Camillo a Fleabag, la Chiesa al tempo delle serie TV

In uscita su Netflix a dicembre, "I due papi"interpretato da Antony Hopkins e Jonathan Price. Riflettori su Fleabag reduce dalla vittoria di 4 Emmy

880
0
I due papi. Antony Hopkins è Benedetto XVI, Jonathan Price veste i panni di Papa Francesco

Passare in rassegna la Chiesa attraverso film e serie tv che ce l’hanno raccontata non senza le esigenze dirette del pubblico, perchè oggi lo spettatore si è concquistato anch’egli il ruolo di protagnista sul mercato televisivo, muovendo i personaggi e orientando, a seconda dei gusti, finali o prolungamenti delle narrazioni.
Dissacranti racconti per i tradizionalisti, o un modo nuovo per parlare ai più lontani mantenendo e consolidando la sacralità di ruoli e talune scelte di vita: questa la “finzione” cinematografica che vi racconteremo e che incolla il pubblico lì, a guardare una “Chiesa di cui nessuno può fare a meno” come scrive l’autrice del pezzo.
Noemi Riccitelli, che occasionalmente non ci fa mancare la sua vivace “penna”, torna con un lungo tour tra vecchie pellicole e novità cinematografiche rigorosamente digitali, merito del suo approfondimento professionale in corso su Critica giornalistica per lo spettacolo presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico

Non più solo catechismo, sermoni e grandi manuali, lo sguardo alla religione cattolica, uno dei principali credo diffusi in tutto il mondo, è offerto anche da un mezzo di certo “non convenzionale” per la fede, eppure ormai da tempo strumento necessario e utile alla trasmissione di figure e messaggi vicini alla Chiesa, spesso in tono leggero, carismatico, realmente accessibile a tutti.
Nel corso del tempo, la rappresentazione della Chiesa in Tv è stata legata, in particolare, alle figure che da sempre la rappresentano, quelle con cui si ha a che fare quotidianamente nella propria vita da credente: sacerdoti, frati, suore e, in qualche caso, la presenza divina sulla terra è stata rappresentata anche attraverso figure angeliche in sembianze umane.
Uno dei primi personaggi noti in questo ambito è il celebre Don Camillo, creato dalla penna dello scrittore, giornalista e fumettista italiano Giovannino Guareschi, autore di una serie di romanzi degli anni ’50, che raccontano le vicende di questo sacerdote in un paesino in riva al Po.
I romanzi sono diventati soggetto di diversi adattamenti cinematografici e televisivi, amati dal pubblico italiano anche grazie all’interpretazione dell’attore francese Fernandel, un prete dall’aria buffa, fervente sostenitore della Democrazia Cristiana, in bonario contrasto con il sindaco comunista del paese, “Peppone”. Gli adattamenti televisivi di Don Camillo si collocano nel genere commedia, ma un filone particolarmente prolifico è quello del genere poliziesco, che vede in prima linea nella soluzione di casi apparentemente ingestibili, proprio alcuni rappresentanti del clero, tra questi, più noti, ci sono il tanto amato, italianissimo e seguito Don Matteo, interpretato da Terence Hill, sacerdote protagonista di una serie di ben 11 stagioni, ambientata nel cuore dell’Umbria e il britannico Padre Brown, creato dallo scrittore e giornalista inglese G.K. Chesterton, la cui serie Tv è trasmessa con successo non solo nel Regno Unito, ma anche in Italia.
Questi personaggi appartengono a una generazione e a una fase televisiva forse ancora “ingenua”, quando le serie Tv non rappresentavano ancora la nuova frontiera dello spettacolo audiovisivo. Negli anni recenti, la straordinaria crescita della produzione seriale, tra le tante e varie tematiche affrontate, ha posto nuovamente l’accento sul sacro e l’immagine della Chiesa, non sempre in una prospettiva ortodossa.
Nel 2016 ha generato scalpore la serie di Paolo Sorrentino, The Young Pope, realizzata per HBO e Sky Atlantic, che vede come protagonista un giovane cardinale canadese, Lenny Belardo, eletto come nuovo pontefice con il nome di Pio XIII.
Il giovane protagonista (interpretato dall’aitante Jude Law) si rivela tuttavia un papa controverso, vanitoso, machiavellico, che ha tuttavia suscitato un vasto interesse, tanto da essere realizzata una seconda stagione, The New Pope, dove il protagonista si mostra persino in slip in un’audace passerella in spiaggia. In uscita quest’anno, la nuova serie è stata presentata all’ultima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia.

Ancora, in uscita a Dicembre, un nuovo film Netflix (nota piattaforma per guardare le serie Tv, che ha avuto un’ascesa come poche negli ultimi anni) che ha sempre come protagonisti due pontefici, il titolo è I due papi, appunto, ma questa storia, stavolta, è tutta vera: si tratta di Papa Benedetto XVI, interpretato da Antony Hopkins e Papa Francesco, interpretato da Jonathan Price, nella delicata fase di transizione tra i loro due pontificati. Nel trailer della serie (girata anche nella Reggia di Caserta) si vedono i due uomini parlare di Beatles e Papa Francesco guarda particolarmente coinvolto una partita di calcio della sua squadra del cuore.

Ultima, non per importanza, in quanto reduce dalla vittoria di ben 4 Emmy (gli Oscar della Tv internazionale), è la recentissima serie britannica Fleabag. Tratta da un monologo teatrale scritto e interpretato dalla drammaturga e attrice inglese Phoebe Waller-Bridge, che è anche protagonista della serie Tv, Fleabag non nasce come prodotto incentrato sul discorso del sacro, ma nella seconda stagione il tema diventa centrale.
Infatti, la protagonista (Fleabag, appunto, soprannome che significa “sacco di pulci”) si innamora di un sacerdote cattolico, colui che dovrà officiare le seconde nozze del padre. C’è da sottolineare che l’intera serie si connota per una spiccata irriverenza e il classico, irresistibile “english homour”, tant’è che il sacerdote in questione non ha un nome, ma è chiamato il “prete sexy”.
Inoltre, i due hanno una vera e propria relazione amorosa, che lungi dal sembrare un mero vizio, è occasione, per i due protagonisti e soprattutto per il pubblico, per riflettere sull’amore e sì, sugli impegni dei sacerdoti cattolici rispetto al celibato.
E’ evidente come ci sia un forte scarto tra le prime serie citate, che risentono di una temperie in cui necessaria era la presenza di figure rassicuranti, una Chiesa salda su principi e tradizioni da rispettare, avallata da un tipo di televisione anch’essa pedagogica, pur avendo come protagonisti uomini d’azione tutti di un pezzo, a loro modo non convenzionali.
Queste ultime, più recenti serie, invece, sono legate a una nuova sensibilità, a una visione eterodossa, che non proviene solo dai creatori delle serie, ma dal pubblico stesso che segue con passione e non solo guarda, ma cerca risposte a questioni da sempre impartite e date per vere, ma che in relazione ai cambiamenti della società contemporanea meritano un’attenzione diversa e una discussione che prenda in considerazione prospettive più ampie.
Inoltre, si tratta di serie che mostrano un aspetto inedito della Chiesa e dei suoi rappresentanti che è spesso celato dagli abiti talari, quello che riguarda la loro umana personalità e li rende non solo vicini a tutti gli uomini, ma anche sinceramente simpatici o irriducibilmente odiosi, a seconda dei casi.
La Chiesa diventa così “pop”, immaginata, ri-creata nella mente di artisti, fatta di santi e non e di cui, tra pregi e difetti, forse nessuno può fare a meno.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.