Ricorre oggi la Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità, istituita dal programma di azione mondiale per le persone disabili adottato nel 1982 dall’Onu. Giornata di più slogan, più approfondimenti, di riflessioni che tornano o ritornano alla ricerca ancora di quel diritto che manda, di quella normalità ricercata, attesa, desiderata…da disabili e famiglie.
Noi di Clarus siamo tornati a parlarne con Daniele Romano, di Dragoni, da sempre impegnato per la tutela dei diritti con persone disabili sia ai tavoli di confronto politico sia in un più largo ambito socioculturale. La sua un’esperienza maturata sul campo, per la condivisione con il fratello e i genitori, della disabilità della sorella maggiore. Oggi Daniele è il presidente regionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), responsabilità che lo porta in Italia e all’Estero a donare un contributo al dibattito sul delicato tema.
Gli abbiamo rivolto qualche domanda, per non perdere la riflessione comune: con l’augurio che il pensiero dolce e accorto verso la disabilità si moltiplichi e si estenda oltre una data e gli eventi di questa giornata.
L’Italia, che paese è rispetto alla disabilità?
Un Paese all’avanguardia per quanto riguarda la normativa; basta pensare al sistema dell’inclusione scolastica che ha raggiunto importanti traguardi. Ma questo non basta oggi. È necessario rilanciare un nuovo modello basato sulla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
La discriminazione contro qualsiasi persona sulla base della disabilità costituisce una violazione della dignità e del valore della persona umana, recita il testo della Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006. È su questo principio che bisogna lavorare e battersi per un rispetto totale della dignità di ogni essere umano. La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, è riuscita infatti, dopo anni e anni di lavoro delle Nazioni Unite, a promuovere maggiormente i diritti e il benessere di queste persone, ribadendo il principio di uguaglianza e la necessità di garantire loro la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società.
Ci piacerebbe compiere ancora passi avanti, e saltare il fosso che ancora tiene le persone al di qua e al di là di taluni pregiudizi. Continua infatti Daniele Romano… “Bisogna insegnare la cultura della diversità umana che è fonte di ricchezza per tutti. Per quanto riguarda il nostro territorio siamo all’anno zero. Non è accusare nessuno, ma manca ancora il confronto con le Istituzioni e tra le Istituzioni, diversamente di quanto accade invece con altri livelli dove il confronto è ormai prassi consolidata.
Poi un appello che è una scossa alla coscienza perbenista di questa società: “Non abbiamo bisogno più di sentire parlare di sensibilità, solidarietà e specialità, ma vogliamo che si parli di persone con disabilità che hanno diritto a vivere una vita autonoma indipendente e libera da logiche assistenziali e pietistiche”.
Chiudiamo con due segni di speranza che ci piace condividere: da oggi l’Ufficio Catechistico nazionale (settore disabili) ha pubblicato il catechismo per bambini autistici con immagini e testi ad hoc: strumento fondamentale per genitori e catechisti che accorcia le distanze tra coetanei rispetto all’esperienza di conoscenza di Gesù.
L’altro pensiero ci viene direttamente da Papa Francesco: “Le diversità sono proprio la ricchezza, perché io ho una cosa, tu ne hai un’altra, e con queste due facciamo una cosa più bella, più grande. E così possiamo andare avanti”. Una normale quotidianità fatta di scambi e di doni reciproci.