
Marianna Pece – Piove in Gran Bretagna e un vento gelido muove in una danza surreale le bandiere inglesi issate a festeggiare la Brexit.
Ed io, cittadina italiana, ed europea, li guardo con tanta delusione e tristezza questi lembi di stoffa.
Vivo qui, nel Nord Inghilterra, da dieci anni e mai, mai avrei pensato che un giorno questo Paese fosse diventato cosi lontano dall’Europa e dal mio Stivale.
Dallo scoccare della mezzanotte del 31 gennaio, gli accordi presi 47 anni fa sono carta straccia e credo che i cittadini di Sua Maestà non abbiano per nulla quantificato i danni che questo divorzio comporterà per il futuro.
Cosa ne sarà di quei giovani (inglesi) che vorranno fare esperienze nelle capitali europee?
Cosa accadrà alle dogane quando arriveranno merci d’importazione europea?
E come si fronteggerà il terrorismo se l’intelligence anglosassone non potrà accedere ai database internazionali?
Tutti enigma che gli addetti ai lavori forse risolveranno nei prossimi 11 mesi.
Ho grande rispetto per questa terra di combattenti, culla della Rivoluzione industriale, destinazione ideale per tante generazioni, non solo di italiani, che qui hanno trovato pane e libertà. Ma non nascondo l’amarezza dei risultati elettorali del Referendum del 2016. Gran Bretagna fuori. Brexit.
Le scelte politiche sono molto complesse e ci rimettiamo alle menti dei grandi statisti per giudicare e valutare la scelta del popolo britannico.
Un giorno, forse non molto lontano, i miei figli mi chiederanno chi sono ed io non mostrerò loro i passaporti, ma gli dirò di appartenere ad un popolo stupendo, che ha saputo scrivere la Storia e disegnare l’Arte e sperimentare le Scienze…
Io dirò ai miei figli di appartenere ad Umanità nata nel Continente Antico e che ha cercato e cerca ogni giorno di costruire un mondo di pace, unità e giustizia.
Alcide De Gasperi, Altiero Spinelli, Jean Monnet, Robert Schuman, Konrad Adenauer sono i padre fontatori dell’Europa unita, che ancora oggi fa fatica a camminare dritta. Eppure questi uomini, folli e carismatici, ebbero l’unica intuizione felice su cui costruire un mondo per le generazioni future.
La realtà europea è faticosa, i cittadini europei ancora non si riconoscono tra loro, ma stare uniti è l’unica chiave possibile per affrontare le grandi sfide di quest’oggi minato da terrorismo, cambianti climatici ed estremismi.
La Gran Bretagna ha deciso di navigare da sola, verso un destino – ci auguriamo- di prosperità.
Intanto, Dio salvi la Regina e benedica l’Europa.